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di Porzia Corradi

Fra una promessa e l’altra per una sanità un po’ più efficiente e di migliore qualità, la Regione ha infilato un provvedimento che, invece di dare, toglie. La neurochirurgia di Perugia subisce un taglio netto che la snatura. Le due strutture complesse, l’una del capoluogo e l’altra di Terni, si fonderanno. L’unico primario – il dottor Carlo Conti – avrà sede nella seconda. Mentre la prima verrà pesantemente potata, e – è convinzione diffusa negli ambienti medici – si trasformerà in una sorta di pronto soccorso dove si svolgeranno soltanto interventi di super urgenza. Per fare un intervento di routine o non drammaticamente indilazionabile i pazienti saranno costretti ad andare a Terni. E questa sorte non toccherà solo ai perugini, ma anche a cittadini di centri come Città di Castello o Castiglion del lago che distano da Terni centro chilometri e più. Un comunicato delle aziende ospedaliere di Perugia e Terni (che pubblichiamo di seguito a questo articolo) assicura che non verranno tagliati né il numero né la qualità degli interventi. Ne prendiamo atto con soddisfazione, ma ribadiamo che la delibera della Regione ha destato molte preoccupazioni come testimonia anche la dichiarazione del candidato sindaco di Perugia Massimo Monni. Questi rimprovera all’attuale primo cittadino di non essersi mosso contro questa scelta e di “svendere” il reparto del capoluogo.
La sanità umbra sta vivendo ormai da tempo una profonda crisi ed è considerata da più parti il punto più basso dell’azione di governo della giunta Tesei. Le liste d’attesa erano e restano interminabili. Ogni tanto c’è qualche rassicurazione che verranno fortemente ridotte, se non azzerate. I fatti non seguono però alle parole e, anche se qualche risultato è stato conseguito, questo è solo parziale. E’ di tre giorni fa la notizia che il numero dei pazienti che dovrà aspettare a lungo permane elevatissimo: sono infatti ancora 54mila le prestazioni da smaltire.
Ora, come se non bastasse, a Perugia si arriva all’unificazione delle due strutture complessa di neurochirurgia con tanto di interrogativi pesanti sul futuro di quella di Perugia.
Sarebbe possibile fermare questa decisione presa dalla Regione? L’unica via in linea di diritto è quella del ricorso al Tar che, sarebbe davvero efficace, se a farlo fossero i sindaci dei centri che potrebbero trovarsi in serie difficoltà. L’atto va però inoltrato prima che la delibera venga applicata e cioè entro 60 giorni, come recita il testo. Ormai ne sono trascorsi più di una ventina. Ne restano dunque a disposizione meno di quaranta. Entro questo termine, i primi cittadini di Perugia o di Città di Castello o dei Comuni del Trasimeno – tanto per fare qualche esempio – dovrebbero dunque ricorrere al Tribunale amministrativo regionale che già in passato ha ribaltato alcune decisioni delle giunte al governo.
Si potrebbe dunque verificare un altro colpo ad un settore già provato dai tagli nazionali e dalle inefficienze locali. Come è noto, la sanità è la materia di competenza della Regione di gran lunga più importante: rappresenta infatti l’80 per cento del suo bilancio. Su questa dunque si misura prioritariamente la qualità di governo.
In una nota congiunta i direttori generali delle due aziende ospedaliere, Giuseppe De Filippis per Perugia e Andrea Casciari per Terni, hanno affermato: «Il processo di integrazione delle due strutture complesse ospedaliere di Neurochirugia è cominciato da tempo con incontri tra le direzioni aziendali dei due ospedali, insieme al dottor Carlo Conti, direttore della struttura complessa di Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera di Terni, e agli specialisti neurochirurghi di Perugia per dare operatività all’accordo tra Regione e Università degli Studi di Perugia. I professionisti sanitari dei due nosocomi stanno condividendo in modo integrato gli aspetti operativi del nuovo modello organizzativo interaziendale. Presso la Neurochirurgia di Perugia continueranno ad essere garantite tutte le attività sia urgenti che programmate senza riduzione del numero di posti letto e delle sedute operatorie anche per interventi di alta specialità. Allo stesso modo a Terni si manterranno tutte le attività fin qui svolte. Dai primi giorni di marzo ai neurochirurghi dell’ospedale di Perugia si unirà il dottor Carlo Conti che garantirà la sua presenza per almeno due volte alla settimana iniziandola sua attività clinica e di sala operatoria. Questa nuova riorganizzazione interaziendale garantirà ai pazienti il miglior trattamento specialistico di cura e, per i sanitari dei due nosocomi, sarà una opportunità di crescita professionale per poter ampliare le proprie conoscenze e competenze. Per la Neurochirurgia di Perugia, la nuova riorganizzazione, rappresenta una opportunità di ulteriore avanzamento in ambito di ricerca e assistenza nelle neuroscienze».