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di C.F.

Il congresso della Lega ha eletto per acclamazione il neo segretario regionale, l’onorevole tifernate Riccardo Augusto Marchetti, 36 anni. I meno di 300 aventi diritto di voto, che si sono ritrovati al centro congresso Capitini di Perugia col capo del partito, il ministro Matteo Salvini, hanno anche eletto il direttivo del partito. I cinque componenti che affronteranno Marchetti sono Riccardo Polli (Foligno), Micaela Parlagreco (Gubbio) e Filippo Piccioni (Spoleto), mentre non ce l’hanno fatta i due candidati di Perugia cittò: Walter Biscotti e Marta Serpolla. A completare il direttivo i due rappresentanti dell’altra provincia umbra: Valeria Alessandrini (Terni) e Francesco Ricci (Narni). Sarà Marchetti entro 30 giorni, infine, a indicare il vice segretario o i vice segretario e a procedere con le altre nomine fiduciarie, dal responsabile tesseramento fino a quello degli enti locali. Di seguito l’intervista di Passaggi Magazine a Marchetti.

Marchetti segretario, pronto alla sfida della doppia tornata elettorale del 2024?
La priorità sono le Amministrative sia per il peso dei Comuni al voto, tra cui il capoluogo di regione, sia per il numero consistente dei Comuni che rinnoveranno sindaco e consiglio, che sono circa sessanta. In questo senso, il primo impegno da segretario sarà capire lo stato del tavolo regionale e iniziare il confronto per stabilire dove vogliamo andare come centrodestra. La vera partita, comunque, sarà quella delle Regionali perché saremo valutati per quanto fatto in questi cinque anni, comunque segnati da pandemia e guerra nel cuore dell’Europa.
Da segretario regionale dell’Umbria che torna dopo aver trascorso tre anni nelle Marche, ho ritenuto ripartire incontrando le 18 sezioni macrocomunali per approfondire criticità anche fisiologiche legate al calo di consensi della Lega generato dall’impegno nel governo Draghi a tutela degli italiani. Il mio obiettivo è aprire il partito a energie nuove con criterio e intelligenza, liberare tante energie inespresse e riaprire quante più sedi possibile, ma anche iniziare attività concreta sul territorio e incontri con le associazioni di categoria.

In Regione puntate su Tesei come ha più volte chiarito Salvini dando implicitamente un giudizio positivo sull’operato della giunta malgrado le pesanti criticità in ambito sanitario?
Tesei è la candidata alla prossime elezioni regionali nella maniera più categorica e assoluta, direi che dopo Terni nessuno dovrebbe più farsi venire in mente l’idea di togliere gli uscenti. E non lo dico perché Tesei è della Lega, se fosse stata civica o di Fratelli d’Italia avrei espresso la stessa posizione, perché per me gli uscenti sono sacri.
Il giudizio della Lega sui cinque anni della Tesei è positivo nella maniera più totale. Sono orgoglioso di quanto fatto da Donatella, che ha trovato, non dimentichiamolo, una Regione travolta da uno scandalo giudiziario e la sanità ferma per una lunga serie di ragioni. Dopodiché una volta messe le mani sulla sanità è arrivata la pandemia e sono emersi tutti i limiti. Ritengo tuttavia che secondo me tanto è stato fatto e bene, anche sui conti e pure considerando il punto di partenza, ma negli ultimi dodici mesi siamo chiamati a uno slancio vero reale tangibile del riordino della sanità.

Cosa è successo a Terni e come può ripartire la Lega senza eletti?
Si riparte, ad esempio, come ho fatto io, incontrando i militanti, capendo quali sono le esigenze e le istanze, aprendo al civismo e tornando a fare il sindacato del territorio. Ragioni e cause vedono pareri contrapposti, io non c’ero e non l’ho vissuta, potrei raccontare la versione di uno o dell’altro, ma onestamente devo fare i conti con ciò che trovo e non con quello che è stato. Per noi Terni era uno dei bacini più importanti, non solo perché lì esprimevamo il sindaco, ma anche per il numero di eletti, mentre oggi ci troviamo senza consiglieri, ma sono certo che si può fare politica anche fuori dalle istituzioni, lo faremo e lo sapremo fare, anche perché Terni ha bisogno di una forza di governo responsabile, visto che sta diventando famosa non per azioni amministrative a beneficio della cittadinanza, ma per atti al limite della democrazia rappresentative.

La Lega in Umbria ha registrato una marea di fuoriusciti, ma anche alcune espulsioni, sarà confermata questa linea autoritaria di fronte a posizioni divergenti dalla linea della segreteria regionale?
Io sono un liberale e un autonomista convinto, pertanto ritengo indispensabile trovare una sintesi di fronte a posizione differenti ed è questo uno dei motivi per cui credo sia un passaggio imprescindibile la riapertura delle sedi. Penso, dunque, che se un territorio ha una visione diversa da quella della segreterie regionale occorre sedersi e affrontare la problematica, mentre trovo totalmente fuori luogo quando la comunicazione tra territori e segreteria avviene sulla stampa o sui social network. Non amo le epurazioni, nelle Marche ne avrò fatte 3-4, ma si era al limite della querela, però serve rispetto e se c’è una visione contrastante ciò che va fatto è trovare una sintesi. Ovvio ogni storia e situazione è a sé, quindi non mi permetto di giudicare il lavoro degli altri, ma so che nelle Marche ho gestito con inclusività cinque province e un territorio da 1,5 milioni di abitanti.

Come sarà gestito il post Romizi in vista del voto del 2024?
Si aprirà un dibattito su chi ha il nome migliore, perché immagino che ogni partito abbia il proprio. Da parte nostra non ci saranno veti, perché occorre individuare il migliore intorno cui costruire perimetro di centrodestra più forze civiche che vogliono condividere un progetto di città, consapevoli che ereditiamo un’ottima gestione. Inoltre, Emanuele Prisco (attualmente a capo di Fratelli d’Italia Umbria, ndr) è stato per un anno e mezzo commissario esterno di Fdi nelle Marche quando lo ero anche io anche io per la Lega e siamo sempre riusciti a fare sintesi con grande equilibrio.

Il candidato sindaco sostenuto dalla coalizione di centrodestra potrà essere espressione del mondo civico anziché dei partiti?
Non ho preclusioni, il nome migliore è quello che va avanti nell’ottica di dare risposte ai cittadini, ma non ci siamo ancora seduti al tavolo e prima di rispondere con serenità a questa domanda ci vogliamo confrontare.

A Roma, tuttavia, si sta lavorando per introdurre il terzo mandato. Cosa accadrebbe a Perugia se la norma venisse varata in tempo utile per le amministrative?
L’eventuale terzo mandato di Romizi verrebbe tenuto in forte considerazione, ma ci dobbiamo sedere al tavolo come centrodestra e capire le altre sensibilità. A Roma, comunque, vanno realizzate diverse cose indispensabili per l’Umbria: il terzo mandato è la prima; poi c’è la necessità di tornare ad avere le Province elettive, al democrazia è bella ma costa, perché i danni della riforma Delrio sono sotto gli occhi di tutti, avendo prodotto enti completamente scarnato, relegando le loro competenze a Comuni e Regioni che non avevano risorse né personale; infine, a mio avviso, serve aumentare da 20 a 25 i consiglieri regionali nelle regioni con meno di un milione di abitanti, perché in questi casi gli assessori restano consiglieri regionali e spesso manca il numero legale essendo gli assessori impegnati sui territori.

Stefano Zuccarini sindaco di Foligno e ora anche vice segretario regionale della Lega?
Sto seriamente valutando di avere un amministratore lega a nomina fiduciaria e onestamente tra ipotetici nomi che possano farne parte. Ho già comunicato che mi prenderò 30 giorni di tempo per effettuare una serie, dai vice segretari, che potranno essere anche due o tre, al responsabile del tesseramento, degli enti locali, della comunicazione, così da valutare opportunità politiche e territoriali, ma comunque ritengo necessario che un sindaco faccia parte del direttivo.