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di Ilaria Borletti Buitoni*

Sono lunghe le code che sopratutto il week end si vedono davanti a Palazzo dei Piori: scuole, turisti e molti visitatori da tutte le parti d’Italia aspettano ordinatamente di vedere la bellissima Mostra alla galleria Nazionale e l’impressione generale è di stupore per un pittore spesso ritenuto ripetitivo e messo in ombra dal ben più illustre discepolo,Raffaello, ma che invece è stato nella sua epoca un vero Maestro ricercato e ambito dalle corti e la cui sorprendente tecnica pittorica unita ad una qualità altissima lo rendono un artista sommo.
Ma Perugino è anche altro: la lettura dei paesaggi umbri da lui reinventati ma ben descritti sopratutto nelle luci morbide e dorate può partire proprio dalle sua tavole. Questa regione timida nel proporsi, ricchissima di bellezza trova in Perugino non solo un grande artista, che qui ha vissuto, ma anche il migliore degli ambasciatori.
Il Comitato Nazionale per le Celebrazioni di Perugino sostenendo 17 progetti molto diversi tra di loro, dalle mostre alle iniziative di divulgazione digitale, ai convegni di studio ha voluto dare il proprio contributo alla conoscenza non solo dell’artista ma di tutto un territorio che merita certamente di essere valorizzato.
Se nel nostro Paese si trascurasse la politica dei grandi numeri per privilegiare un turismo più colto, più attento e anche meno effimero ne guadagnerebbero non solo le città d’arte, ormai soffocate da troppi visitatori, ma anche tutto il territorio meno noto ma non per questo meno meritevole di essere scoperto.
Ci auguriamo che il successo di queste celebrazioni apra nuove strade ancora una volta possibili in Italia, un Paese che ha tardato a riconoscere l’incredibile potenzialità che valorizzazione del nostro patrimonio artistico implica e che non deve più essere sprecata. Il futuro della regione umbra dipenderà anche da questo: la promozione di cammini religiosi, naturalistici, artistici può rappresentare un volano straordinario per tutto il territorio regionale grazie anche all’aumento della permanenza media di coloro che verranno a visitare l’Umbria. La scelta tra eventi estemporanei, efficaci nel breve termine, ma certamente poco adatti a costruire una politica nel medio e nel lungo termine che promuova l’Umbria come offerta destinata a chi cerca una dimensione diversa da quella che troverebbe nelle affollate e più note città italiane come Roma o Venezia o Firenze. Una dimensione fatta da una qualità della vita più lenta, arricchita anche da un’offerta gastronomica eccellente e da una varietà di proposte e di progetti che raramente possono trovarsi concentrati in altre parti del paese come lo sono qui.
Venire in Umbria, non solo per ammirare le opere di Perugino, deve poter significare l’opportunità di ritagliare all’interno delle proprie vite un momento assolutamente unico di ricostruzione dalla frenesia imposta dai ritmi moderni. Se l’Umbria saprà trasmettere questo, unito allo straordinario patrimonio culturale e paesaggistico del quale Perugino è certamente un testimone eccellente si proporrà senza concorrenza come protagonista dell’offerta turistica nazionale.

*Presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni del quinto centenario della morte