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di Porzia Corradi

Tutti i sondaggi che circolano – sia quelli pubblicati che i rumors provenienti da Roma – danno per certo il ballottaggio per Palazzo dei Priori. Nessuno assegna la vittoria al primo turno e l’indicazione più probabile è quella di un testa a testa con una distanza fra le due candidate Scoccia e Ferdinandi di 2 o 3 punti. Un sondaggio dà in vantaggio la seconda, mentre le anticipazioni di altri due danno in testa la prima. Il terzo candidato, e cioè
Massimo Monni, viene accreditato di una percentuale che oscilla fra il 5 e il 7 per cento.
Siamo ancora abbastanza lontani dal giorno delle elezioni e alcune delle rilevazioni in questione sono state realizzate parecchio tempo fa: questo li rende meno attendibili. C’è poi da tenere in conto il margine di errore che gli stessi artefici attribuiscono a questo genere di previsioni. La prudenza quindi è dovuta. Ciò detto – se si andasse al testa a testa dato per probabile – Scoccia e Ferdinandi dovrebbero ricorrere al secondo turno ad
una politica di alleanze. Massimo Monni diventerebbe così una sorta di ago della bilancia.
Sin qui i rumors provenienti dagli ambienti politici e giornalistici, ma occorre valutare anche il peso che avranno i canjdidati a sindaco. Ed è diffusa l’opinione che Scoccia prenda qualche voto in meno rispetto alle liste che la sostengono, mentre Ferdinandi ne prenderebbe un po’ di più.
E’ interessante vedere come votarono gli elettori di Perugia alle politiche del 2022. Lo schieramento di centrosinistra ebbe una performence decisamente positiva. Il “campo stretto” – comprendente Pd, Alleanza Verdi e Sinistra, Più Europa, Di Maio – raggiunse il 30,9 per cento. I Cinquestelle il 12,3, il Terzo Polo il 10,4. Se sommati farebbero il 53,6 per cento. Oggi l’alleanza Renzi-Calenda si è spaccata e il primo non appoggia Ferdinandi. I pentastellati poi vanno alle amministrative meno bene che alle poltiche. A quel 53,5 per cento vanno dunque tolti 8 o 9 punti. Insomma, la possibile “area amica” di Ferdinandi raggiunge circa il 45 per cento. Quella di Scoccia – se si guarda solo ai risultati dei partiti – risulta più ristretta, collocandosi intorno al 41 percento. Ma l’appoggio del sindaco uscente Romizi e di due importanti liste civiche potrebbe allargare in modo importante l’“area amica” della candidata di centrodestra. Sono calcoli questi approssimativi: è ovvio infatti che il voto politico non è meccanicamente traducibile in un consenso alle amministrative. E comunque, anche guardato da questo punto di vista, il ballottaggio con un testa a testa sembrerebbe essere l’esito più probabile del primo turno perugino.
Per Massimo Monni si è schierata Italia Viva ma senza la consigliera comunale Emanuela Mori che appoggia Scoccia, e il Psi. La sua lista è composta da molti indipendenti che hanno deciso di scendere in campo perché insoddisfatti delle proposte politiche più tradizionali. Si tratta di un elenco di buona qualità con all’interno docenti universitari, imprenditori, professionisti. Ci sono poi le altre liste. Quelle di destra hanno una capacità di
rappresentanza della società cittadina molto alta, ma non hanno nomi di particolare spicco. Forza Italia e Romizi hanno fatto incetta di assessori uscenti che sono probabilmente in grado di catturare voti. Una capacità analoga ha anche Progetto Perugia che presenta come capolista un’amministratrice popolare come Edi Cicchi. Quanto alla
candidata sindaco Scoccia non sembra “tirare” un granchè. Le liste di Centrosinistra – secondo alcuni critici – presentano nomi molto caratterizzati a gauche e quindi avrebbero un appeal ridotto per la componente più moderata della società perugina. Un possibile svantaggio questo, soprattutto per il secondo turno. Vittoria Ferdinandi però pare aver riportato nell’ambito del suo schieramento entusiasmo e volontà d’impegnarsi, tanto da far prevedere che lei e la sua squadra possano favorire la partecipazione al voto di chi nel passato si è rifugiato nell’astensionismo.
Complessivamente i candidati sindaco sono 5 (oltre ai già citati ci sono ci sono Leonardo Caponi e Davide Baiocco), le liste sono19, 572 gli aspiranti consiglieri.. Fra i militanti e i dirigenti di entrambi gli schieramenti maggiori c’è la convinzione di poter conquistare Palazzo dei Priori.
Il Centrosinistra che all’inizio credeva di non potercela fare – convinzione del tutto erronea, come dimostrano le percentuali del 2022 – è ora convinto di sfondare. C’è anche chi pensa – e non ne fa mistero – di dare la spallata al primo turno. Altri parlano con soddisfazione di “fenomeno Ferdinandi”, volendo così sottolineare la capacità mobilitante della candidata. Franco Zaffini, senatore di Fratelli d’Italia, vede Scoccia vincente, soprattutto dopo il confronto a cinque della Sala dei Notari: “E’ concreta, presenta proposte e dice come realizzarle mentre Vittoria Ferdinandi è brillante ma è più fumosa. E la gente alla fine vuole sapere cosa hai intenzione di fare se governerai”.
Scoccia punta sulle realizzazioni del decennio di centrodestra e in particolare sul risanamento del bilancio e sulla sicurezza, ricordando quando Perugia era diventata “la città della droga” e come da allora siano stati fatti parecchi passai avanti, mentre per il futuro assicura che farà un nuovo piano regolatore al quale la sua giunta metterebbe
mano molto rapidamente. Ferdinandi vuole costruire una città “inclusiva” e dare il più ampio spazio alla partecipazione dei cittadini (nuove Circoscrizioni), punta su una burocrazia che si occupi di finanziamenti e progetti europei, e promette una rapida risistemazione di strade e piazze che giudica molto malridotte. Monni dice un netto sì al nodo di Perugia per decongestionare un traffico ormai insopportabile, dichiara che punterà su una “grande riforma” della macchina pubblica e sulla sanità che ormai da tempo sta perdendo pericolosamente colpi. Caponi ricorda che fare proposte è importante, ma che molte di queste saranno irrealizzabili se non aumenteranno i fondi a disposizione dei Comuni, e promette un impegno su questa questione. Baiocco si contraddistingue dagli altri per l’idea di fare di Perugia una sorta di “città dello sport”.
Il risultato del capoluogo sarà molto importante per decidere la ricandidatura di Tesei.
Zaffini, che in passato non ha risparmiato critiche all’attuale giunta anche perché Fratelli d’Italia non ha suoi esponenti all’interno, è ora diventato decisamente più conciliante e diplomatico: “Personalmente credo che Tesei abbia governato bene in un periodo molto difficile e che abbia diritto ad avere a disposizione un quinquennio senza Covid”. Ma – c’è sempre un ma – “queste decisioni vengono prese su tavoli nazionali dove le variabili da considerare sono molteplici, c’è però un accordo sottoscritto da tutte le forze di centrodestra che indica la Presidente uscente come la futura candidata”. E su questa decisione peseranno anche i risultati dei 60 Comuni umbri che andranno alle elezionio. Fra questi ce ne sono alcuni importanti: Foligno, Gubbio, Bastia, Orvieto, Castiglion del Lago, Magione e Gualdo Tadino.