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di Porzia Corradi

Calma piatta nella politica umbra stretta tra emergenza Covid ed emergenza Ucraina? Nemmeno per sogno. C’è un movimentismo da far paura, per alcuni versi addirittura inedito, dal momento che le poltrone da occupare da qui a un paio di anni sono di lusso.
Per le prossime amministrative il Pd non brilla per acume e lungimiranza. Vedi Todi, dove si affida a un emerito sconosciuto, o Deruta dove fino a pochi giorni fa era ancora alla ricerca di un candidato; mentre a Narni sono state rispolverate le primarie per arrivare alla scelta di un aspirante sindaco. Così facendo il centrodestra può dormire sonni abbastanza tranquilli, e puntare alla conferma di due dei tre comuni che contano.
Detto questo, tanto vale concentrarsi sui prossimi appuntamenti rilevanti, e cioè le politiche dell’anno prossimo dove da 16 parlamentari si scenderà a 9 e l’individuazione dei candidati sarà caratterizzata da lacrime e sangue. Eh sì, perché rinunciare a 15 mila euro al mese tra stipendi, indennità e benefit non è indolore. Tutti i parlamentari umbri sono pronti e propensi a rifarsi un altro giro ma – malgrado loro – ci sarà un bel taglio. Gli appetiti degli attuali e le ambizioni dei possibili nuovi, sia da una parte che dall’altra, sono innumerevoli: la fila è lunghissima e comprende anche sindaci al secondo mandato o qualche vecchio consigliere regionale.
La sorpresa più grande potrebbe arrivare addirittura dall’attuale governatrice Donatella Tesei non proprio convinta di continuare a reggere la Regione, sembra voler tornare nella capitale. Se fosse vera questa voce, che gira insistentemente a corso Vannucci, allora potrebbe succedere di tutto e di più. Per esempio, il sindaco di Perugia Andrea Romizi potrebbe ambire a cambiare Palazzo, lasciare la candidatura alla fascia tricolore a un esponente di Fratelli d’Italia (l’attuale presidente del consiglio regionale Marco Squarta il più papabile) e puntare alla Presidenza della Regione. Ma c’è un’altra donna in corsa per Palazzo Donini, la fida Paola Agabiti, che per mettere le mani avanti si è costruita un movimento civico reclutando gente nel centrodestra che, spogliatasi della casacca dei partiti, ha indossato quella di Civitas. Un maquillage o più semplicemente un gioco delle parti?
Nel 2023 potrebbe dunque essere ridisegnata la geografia politica dei due palazzi più importanti della regione per quando riguarda il centrodestra. E, anche nel centrosinistra, tutto è in movimento. Per Palazzo Donini i rumors danno sempre in corsa Stefania Proietti, sindaco di Assisi e presidente della Provincia di Perugia, civica ed elemento di punta di una coalizione allargata, ma il Pd potrebbe rivendicare, dopo aver espiato colpe e regalato qualche poltrona, di mettere una propria bandierina, che risponderebbe al nome di Camilla Laureti, subentrata al Parlamento europeo a David Sassoli.
Ma dopo 25 anni, un quarto di secolo, di guida al femminile, in Umbria potrebbero essere introdotte le quote azzurre. Risulta che qualcuno ci stia pensando seriamente anche nel centrosinistra….
Palazzo Donini e Palazzo dei Priori sono strettamente legati, per cui, in questo viaggio immaginario nel futuro, è opportuno soffermarsi sui candidati a sindaco nel capoluogo di regione. Qualora Romizi optasse per la Regione, sarebbe bello e salutare vedere già dall’anno prossimo una donna, la prima donna, a guidare la città di Perugia. E allora sotto con i nomi,
: uno molto gettonato è quello di Edi Cicchi, attuale assessore al welfare, rispettata e stimata anche dalle parti del centrosinistra. Chissà, qualcuno potrebbe anche mostrare coraggio e inventarsi una coalizione trasversale e super innovativa? Verranno poi accettati o respinti i tentativi del solito Andrea Fora che, tra una convention e l’altra, prova a mettere più cappelli possibili in giro per le municipalità della regione? Ma il cestino dei voti non è troppo poco pieno per portare avanti questa strategia espansiva?
Fora poi potrebbe decidersi a scendere in campo in prima persona per la successione a Romizi. Il dilemma a questo punto sarebbe con quali compagni di viaggio farlo: il suo comportamento a Palazzo Cesaroni non è infatti così lineare da lasciar intendere quali saranno gli alleati per tentare l’impresa.
Intanto il Pd del giovin signore Tommaso Bori continua a vivacchiare fra divisioni e recriminazioni, per lui vale la massima del divide et impera. Ma a furia di dividere, rischia che gli resteranno solo le briciole. Infine, un consiglio, visto che è il segretario regionale dei democratici, azionisti di maggioranza del centrosinistra, si impegni di più ad elaborare un progetto, una visione di questa regione. Insomma, faccia un po’ di seria opposizione, altrimenti il centrodestra finirà col governare per altri 20 anni. Quanto ai grillini sono già sulla via dell’estinzione. Per fortuna nostra.