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di C.F.

In primavera nella Lega si chiuderà l’era del segretario Virginio Caparvi? È questa la domanda che nel Carroccio umbro ha scandito la fine e l’inizio dell’anno, ma che è destinata a tener banco fino alla primavera prossima, quando col congresso regionale arriverà, giocoforza, una risposta. Ad alimentare l’interrogativo non è soltanto il tracollo elettorale della Lega, in Umbria più pesante che altrove, né la stessa gestione del partito da parte del sindaco di Nocera Umbra e deputato Caparvi, segnata dalla fuoriuscita di molti eletti, dal dimezzamento degli iscritti e da diverse espulsioni. A dare sostanza all’ipotesi di un cambio della guardia al vertice della Lega Umbria, infatti, è soprattutto la parabola del congresso provinciale di Perugia di metà dicembre, quando il segretario regionale Caparvi ha di fatto capitolato in favore del deputato di Città di Castello, Riccardo Marchetti, che da tre anni è commissario della Lega nelle Marche.
I dettagli sono importanti. Sì, perché Caparvi si è trovato costretto a ritirare non uno, ma due candidati alla segreteria provinciale di Perugia, che negli ultimi due anni è stata retta da una sua fedelissima, la consigliera regionale Manuela Puletti. Nel tritacarne è prima finito Luciano Capoccia di Deruta, anche se intorno a lui Caparvi ha subito capito che non sarebbe riuscito a far convergere il partito. Per difendere il fortino più importante dell’Umbria, dunque, il segretario ha a quel punto provato con l’artiglieria pesante, schierando il suo sindaco più forte sulla carta, Stefano Zuccarini primo cittadino di Foligno. Ma anche qui, malgrado la disponibilità di un pezzo da novanta del partito, Caparvi ha dovuto constatare che i numeri per arrivare all’elezione non c’erano. Da qui la decisione obbligata di ritirare i propri candidati e la corsa in solitaria dell’assessore di Umbertide Francesco Cenciarini, vicinissimo a Marchetti ed eletto per acclamazione segretario provinciale.
Stando all’epilogo del congresso provinciale, dunque, Caparvi non avrebbe più il controllo della maggioranza della Lega, che guida dal maggio 2018, ovvero da quando si è svolto il primo congresso del partito in Umbria, anche se è di fatto reggente dal 2015, quando le redini erano in mano al lombardo Stefano Candiani. La ragione della sconfitta di Caparvi sarebbe da ricercare, secondo diversi leghisti, nel mancato sostegno di molti militanti vicini all’ex senatore Luca Briziarelli, espulso dallo stesso Caparvi. Loro, dunque, avrebbero rappresentato l’ago della bilancia nella partita provinciale, vinta da Cenciarini ma soprattutto da Marchetti, e questa rischia di essere la loro forza anche nella partita regionale. In questo quadro, matura l’ipotesi che il passo indietro obbligato di metà dicembre compiuto da Caparvi sia solo il primo in vista del congresso regionale di primavera. Chi potrebbe raccogliere l’eredità dilapidata di Caparvi? In pole ovviamente c’è il deputato Marchetti.