di Porzia Corradi
Le frequenze di Radio Corso Vannucci impazzano con una girandola di candidati da far paura. È l’ora delle schermaglie, dei primi nomi da lanciare sul tavolo delle coalizioni per vedere che effetti fanno. Gli appuntamenti sono legati a doppio filo, a giugno per le comunali, a ottobre per le regionali.
La tornata amministrativa è imponente con una sessantina di comuni chiamati al voto, tra cui Perugia, Foligno e Orvieto tanto per citare i più grandi. E in vista delle regionali è assolutamente vietato sbagliare, per entrambi gli schieramenti.
Allora, vediamo come si stanno muovendo partiti e movimenti nel capoluogo.
Centrodestra – situazione abbastanza chiara e parecchio affollata la pedana degli aspiranti sindaci: da Margherita Scoccia di Fdi a Edi Cicchi di Progetto Perugia a Luca Merli della Lega a Gianluca Tuteri appoggiato dai civici arcudiani. Fino a ieri il sindaco uscente Romizi sperava nell’approvazione della proroga per il terzo mandato, ma ormai l’ipotesi è ridotta al lumicino. E sulla sua sorte si apre un altro capitolo, verso Palazzo Donini.
Centrosinistra – qui la situazione è più ingarbugliata perché i leader di Pd e M5S stanno cercando di costruire l’alleanza è solo nelle ultime ore è uscito fuori il nome di una papabile, la grillina Tizi. Altri nomi in pista sono quello del professor Belardi per Perugia Costituente e di Leonelli per Azione. L’ideale sarebbero le primarie di coalizione anche se la sensazione è che si aspettino le mosse degli avversari prima di calare l’asso. Chissà, magari affidarsi a una civica, la Cicchi, qualora il centrodestra si impunti sulla Scoccia. Certo, andrebbe costruita più che bene l’operazione perché altrimenti risulterebbe poco comprensibile puntare su una signora che ha fatto l’assessore per dieci anni con il centrodestra.
La partita delle regionali è ovviamente connessa alle amministrative perché si giocherà solo 4 mesi dopo e perché il centrodestra, che nel 2019 riuscì a insediarsi per la prima volta a Palazzo Donini, starà molto attenta a non fare casini visto quello che è accaduto a Terni dove ha spalancato le porte di Palazzo Spada al ciclone Bandecchi.
Se la candidatura della presidente Tesei sarà confermata, il primo effetto è che Romizi potrà provare a guidare una lista di Forza Italia e vedersela con il vice presidente uscente Morroni. A questo punto Fratelli d’Italia non può non rivendicare la candidatura della Scoccia a Palazzo dei Priori. È questione di rapporti di forza e di equilibrio all’interno della coalizione, anche se va detto che da un pezzo esponenti del partito della Meloni rivendicano la guida della Regione visto il peso elettorale e Romizi potrebbe essere il giusto compromesso dal momento anche anche i sassi sanno dello stesso legame che esiste tra il sindaco perugino e i quarantenni meloniani.
Dall’altra parte, cioè nel centrosinistra, i nomi che girano, forse ad arte, sono i soliti, il rettore Oliviero e la sindaca di Assisi Proietti. Entrambi sono concentrati sui loro ruoli e sui loro impegni e non vedono l’anno prossimo un’altra campagna elettorale. Il magnifico potrebbe essere più attirato da altri lidi, ma non smette di occuparsi anche degli equilibri politici locali; alla sindaca forse converrebbe più guidare la città di San Francesco in questi anni di ottavi centenari che traslocare in un Palazzo di Piazza Italia.
E allora? Tra i due, a un terzo potrebbe toccare e a chi se non al capo del Pd nostrano, cioè il dottor Bori. Addirittura si parla di un accordo siglato a livello romano per favorire la candidatura Bori.
In caduta libera la carta dell’onorevole Laureti che, forte della sua amicizia con la segretaria nazionale, aspira a continuare a lavorare per l’Europa.
Questo il quadro, ma ci sono due personaggi che possono fare la differenza.
Il primo è Bandecchi che, fuori dagli schieramenti, vuole contarsi anche a Perugia per le doppie elezioni, e per il capoluogo ha già lanciato l’ex giocatore Baiocco che proprio in questi giorni sta facendo i compitini. Circolano a tal proposito sondaggi che danno Alternativa Popolare a una percentuale con doppia cifra. E questo sarebbe spiazzante per tutti.
Il secondo è Andrea Fora, consigliere regionale che nel 2019 visse l’umiliazione di essere per qualche settimana il candidato a presidente per il centrosinistra per poi cedere il passo a tal Bianconi. Di recente si è ripreso la scena mettendosi fuori dalla coalizione di centrosinistra con un post al veleno contro il Pd. Cosa sta studiando? Una chiamata a raccolta di tutti i civici. Per il momento però si limita ad attendere che le contraddizioni degli altri deflagrino.
Ecco, questo lo stato dell’arte con una granitica certezza: la politica umbra, dopo la pausa estiva, si è messa in movimento, per ora viaggia ad andatura moderata ma da qui a Natale ci dovrebbe essere un’accelerazione per chiudere il cerchio a gennaio, dopo di che una lunga, e speriamo senza troppi veleni, campagna elettorale.