di Walter Patalocco
Bandecchi sì, Bandecchi no. È il tema più discusso a Terni, soprattutto negli ambienti della politica “sofisticata”, considerato che – almeno all’apparenza – sembra che l’argomento del giorno in città sia come e dove passare il Ferragosto. Chi avrà un Ferragosto meno semplice di altri è semmai il Prefetto. Lo tirano per la giacca. Deve decidere e far sapere se Stefano Bandecchi può o non può essere il sindaco di Terni. Incompatibilità, si chiama.
Partendo da lontano. Si comincia al momento dell’insediamento del nuovo consiglio comunale, a metà giugno: può il presidente della Ternana Calcio, una Spa in affari col Comune (convenzione per lo stadio, progetto costruzione di uno stadio nuovo con annessa clinica privata e questioni di contorno) essere anche il sindaco? Il conflitto di interessi è più che palese, ovvio. E ti pare allora che sarebbe potuto sfuggire al candidato poi sindaco Bandecchi? Ci ha messo le pezze dovute e a suo parere sufficienti. Si è dimesso dalla presidenza della Ternana e da Unicusano, che della Ternana è proprietaria. E’ rimasto però in altre due società che con Unicusano hanno per così dire una interdipendenza. Per il consiglio comunale appena entrato in carica non esiste incompatibilità: 21 consiglieri votano così, sono quelli di Alternativa popolare, il “gruppone” del sindaco in consiglio.
La vicenda si annuncia, da subito, complicata, defatigante, ed infatti si dà la stura a una serie di controdeduzioni da parte delle opposizioni che in maniera diversa nella forma e identica nella sostanza si rivolgono al Prefetto che, ex lege, è chiamato a dirimere la questione.
Qui si chiude la fase uno. La fase due si apre nel momento in cui, richiesto di un parere – parere, quindi non atto vincolante – il ministero dell’Interno risponde che sì, stando così le cose, l’incompatibilità ci sarebbe. Pd in testa, Fratelli d’Italia subito appresso chiedono al prefetto di agire di conseguenza. Vale a dire di pronunciarsi per l’incompatibilità. Stefano Bandecchi, però, se la ride e – al solito – attacca senza mezze misure le opposizioni (“politicucci” per fermarsi ad un giudizio gentile). E alla fine prende penna e calamaio e scrive mandando al prefetto il proprio controparere. Spiega che: dimessosi da presidente di Ternana ed Unicusano, lui è al di sopra di ogni possibile conflitto di interessi, tanto più che nel frattempo la Ternana Calcio Spa è stata venduta ed insieme ad essa sono andati ad altri i progetti collegati (Stadio-clinica, ecc. eccc.).
Quindi non c’è motivo perché lui, Bandecchi, debba alzarsi dalla poltrona di Palazzo Spada. Ricorda anche, Bandecchi che comunque finora nessuno ha sollevato ufficialmente e formalmente la questione della sua incompatibilità. C’è chi potrebbe farlo alla luce della nuova situazione? “Per quanto riguarda la proprietà delle società Ping Pong e della Società delle Scienze umane, confermo che della prima sono socio unico e, nella seconda, rivesto la carica di Presidente del Cda- recita la lettera del sindaco. Anche per questa circostanza, nessuno mi ha contestato ufficialmente l’incompatibilità per rimuovere la quale avrei i già citati 10 giorni di tempo”.
E poi, dato che non gradisce come ha detto più volte i blà blà dei politicucci la chiude così: “Questo chiarisce tutti i punti affrontati nel parere e, quindi, pregherei di comunicare a chi di competenza che, per quanto mi riguarda, resterò al mio posto perché ad oggi non sussiste alcun conflitto di interesse con la carica di Sindaco a meno che non si voglia realmente prendere in esame, ma anche qui avrei ancora giorni a disposizione, il fatto che si doni a questo Comune un milione di euro per eseguire rispettivamente una ricerca scientifica dall’Università Unicusano a favore del Comune e la cura di rotonde e lampioni. Se i Ternani non desidereranno ricevere questo milione di euro che è semplicemente in parte una donazione fatta per le rotonde, come già accade in tutte le città d’Italia compresa Terni già da più di 15 anni, ne prenderò atto”.
Un tocco di signorilità, si sa, non ci sta mai male