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di Rita Boini

“Un’azienda alberghiera si basa su tre principi. Il valore delle risorse umane, il fatto che i clienti che ospita devono stare molto bene e la certezza che i conti devono quadrare”. Non ha dubbi Maria Carmela Colaiacovo, per tutti Carmela, amministratore delegato del Park hotel ai Cappuccini di Gubbio, città dove ha le sue radici familiari e vive.

UNA CARRIERA INIZIATA DAL BASSO
Famiglia di imprenditori la cui attività principale è il cemento, ma con interessi anche in altre tipologie d’azienda, Carmela Colaiacovo, una laurea in Scienze politiche e molto entusiasmo, è entrata in modo naturale nel settore alberghiero. Studentessa a Perugia era stata hostess di congressi per una piccola ma prestigiosa azienda, Umbria congressi, trascinata nell’esperienza da alcune compagne di università, per curiosità e anche per desiderio di condivisione con le amiche. Un’esperienza casuale che però si è poi inserita naturalmente in un’attività intrapresa dalla famiglia, un monastero del Seicento, in un luogo tranquillo e adatto a chi cerca riposo e riservatezza, ma a un passo dal centro storico di Gubbio, trasformato in una struttura alberghiera. “L’idea – spiega Carmela – è sempre stata quella di un luogo che non fosse un albergo ma un centro culturale, dedicato all’arte in particolare, ma non solo. Ci siamo impegnati con amore, passione e desiderio di riqualificare nel migliore di modi possibili. Il risultato è che sono più gli spazi comuni che le camere da letto. Tornata a Gubbio per dieci anni ho lavorato ai Cappuccini ma nel settore commerciale. Non direi che ho fatto la gavetta, piuttosto che ho fatto un’esperienza molto importante, che si è in qualche modo innestata sulla precedente esperienza di Umbria congressi. Il termine più esatto è dire che ho cominciato dal basso”.

ARTE, BENESSERE MA ANCHE ECONOMIA CIRCOLARE
“Attualmente – spiega Carmela Colaiacovo – sono amministratore delegato del Park hotel ai Cappuccini, dove lavorano 50 persone, mi occupo di un agriturismo a Città della Pieve, che fa parte di un’azienda agricola di famiglia, e da poco con due socie e amiche (Cristina de Angelis e Antonella Nocentini) anche dell’hotel Priori, capitato per caso e accettato. Eleganza ma anche attenzione per l’ambiente, economia circolare, rispetto delle cose sono per me fondamentali. All’hotel Priori ad esempio abbiamo proceduto con un restauro attento a tutti questi principi, per fare un esempio per quanto riguarda i mobili quelli che non abbiamo tenuto e restaurato li abbiamo regalati. I libri dei precedenti proprietari sono tutti negli scaffali, a disposizione dei nostri ospiti, e se qualcuno li porta via pazienza, vuol dire che li ha trovati interessanti e magari altri clienti lasciano i loro libri. Importante anche l’accoglienza, per fortuna ho alcuni collaboratori di Gubbio ma con esperienze internazionali, hanno lavorato in Inghilterra, in Germania. Uniscono la cultura della città a una visione internazionale”.

TAGLIO INTERNAZIONALE SENZA PERDERE DI VISTA IL TERRITORIO
Il Park hotel ai Cappuccini ha anche un centro benessere, di cui si occupa Marc Messeguè, con piglio internazionale, ma pure una ristorazione che guarda agli ingredienti e alle eccellenze del territorio. Il filo che unisce cultura, storia, tradizioni, Eugubino e mondo è sempre presente.

I PROBLEMI DELL’ECONOMIA DEL TURISMO
Carmela Colaiacovo dal giugno 2021 è anche presidente nazionale di Confindustria alberghi. In questa veste spiega: “L’economia del turismo è ciclica, si alternano periodi buoni e periodi di crisi; in Umbriapossono avere peso eventi sismici e crisi economica, altrove il terrorismo. Il turismo è stato sempre sensibile a qualsiasi cosa accadesse nel territorio, oggi anche a quello che accade nel mondo. Si deve saper sopravvivere, noi siamo parte di un gruppo con altri rami d’impresa su cui contare, i piccoli devono saper tenere delle riserve per i tempi magri. Oggi dopo la pandemia la crisi energetica e le bollette che vanificano gran parte del guadagno, temo una crisi pesante per molte aziende alberghiere”. Tanti gli incarichi ricoperti nel corso degli anni da Carmela Colaiacovo che è anche vice presidente della Financo, holding di famiglia.

UNA FAMIGLIA DI IMPRENDITORI, IN PRIMA LINEA LA NONNA CARMELA
Una storia, quella dei Colaiacovo, fatta di impegno e lungimiranza, non solo nella linea maschile. I nonni arrivarono nella prima metà del Novecento da Pratola Peligna, in Abruzzo, il nonno seguiva un piccolo stabilimento di mattoni e si occupava di commercio di legname tra l’Umbria e l’Abruzzo. Ma presto morì, lasciando la moglie vedova con sette figli. La nonna, Carmela anche lei di nome, prese in mano le redini degli affari coinvolgendo i figli e passando al settore delle mattonelle. Risale al 1966 l’acquisto di un vecchio impianto per la produzione di cemento a Ghigiano, vicino a Gubbio: le mattonelle non andavano più di moda e i quattro fratelli si dettero a questo settore, mentre le sorelle diventate madri di famiglia lasciavano l’azienda. Pasquale il più anziano, che ha ora più di novant’anni, Carlo, Giovanni (padre di Carmela), scomparso da poco e Franco, anch’egli venuto a mancare di recente, dettero vita a un’azienda che nel 1973 assunse il nome di Colacem, mentre nel 1980 nasce la Financo e l’azienda inizia ad avere una struttura ad holding e si espande in Italia e all’estero e diversifica anche gli investimenti, si va da un’azienda agraria a Città della Pieve a una struttura con autodromo a Misano.

GUBBIO PORTO SICURO E LUOGO D’AFFETTI
Imprenditrice del settore alberghiero, donna dai molti incarichi, vice presidente della holding di famiglia: e la vita privata? “Sono rimasta vedova giovanissima con un figlio, ma sono riuscita a tiralo su con affetto e cura, anche se devo molto, quando era piccolo e adolescente, alla presenza costante dei miei genitori, nonni davvero attenti e premurosi. Il figlio ora è indipendente, da 22 anni ho un compagno che ha Roma come base di vita, io viaggio e mi muovo. Ma siamo e siamo stati sempre una grande famiglia allargata, con un luogo di incontro e ritorno per tutti: Gubbio, la mia città, per me un porto sicuro”.