di Porzia Corradi
Per la prima volta dopo due anni di vacche grasse, gli analisti vedono apparire le prime nubi per il settore moda. Le previsioni per il 2024 segnalano un peggioramento rispetto al 2023, quando il reingresso della Cina nel mercato dopo il Covid, portò un forte vento positivo.
Quest’anno il fashion dovrebbe vivere un periodo di relativo stallo con appena un più 2 per cento, l’extralusso andrebbe un po’ meglio con una crescita fra il 3 e il 5 per cento. Gli andamenti iperbolici del recente passato dunque cesserebbero, anche se la situazione non appare grave. Gli analisti di Ubs – azienda di servizi finanziari – sostengono inoltre che si sta per aprire la stagione delle trimestrali dalle quali apparirà chiaro che negli ultimi mesi si è verificato un indebolimento generalizzato. A queste previsioni si sono aggiunte quelle di Stifel, importante società di gestione. Dopo la pubblicazione di simili diagnosi, la Borsa ha subito reagito. Burbery ha perso a Londra 3,14 punti. E Milano il giorno della riapertura ha penalizzato titoli importanti come Moncler che ha ceduto subito il 4,2, mente Brunello Cucinelli è andato sotto di 3,65 punti.
Poca cosa ancora per azioni che hanno fatto registrare nel recente passato una salita iperbolica: il valore dal 2012 ad oggi ha avuto un’impennata del 600 per cento. Un indiscutibile successo economico – finanziario che ha portato l’azienda di Solomeo nel Ftse mib, l’indice dei quaranta titoli più capitalizzati. Il fatturato 2023, che verrà reso noto l’8 gennaio, sarà inoltre estremamente positivo: le anticipazioni dicono che raggiungerà 1,1 miliardi di euro contro i 920 milioni del 2022. Restano comunque da comprendere le ragioni delle grigie previsioni di Ubs per l’intero settore che cita fra le altre cause il rallentamento della domanda cinese. Gli analisti limitano però le difficoltà al breve-medio periodo, ma nel lungo il fashion riprenderà a correre, anche perché è alle viste un aumento dei viaggi e degli acquisti da parte dei turisti Queste parziali difficoltà avranno delle ripercussioni nell’economia umbra? Oltre a Cucinelli, ci sono nella regione altre importanti imprese. Tanto per fare qualche nome, c’è la Spagnoli che ha raggiunto un fatturato di 140milioni di euro, c’è Fabiana Filippi che si avvicina ai 100 milioni e una serie di piccole aziende che costituiscono un tessuto molto vitale, un distretto di riconosciuta importanza. La domanda è dunque lecita, ma, se ci saranno rallentamenti, dovrebbero comunque essere superati in tempi non troppo lunghi.