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Passaggi Magazine ospita un’intervista ad Andrea Fora che spiega le ragioni dell’intesa fra CiviciX e Terzo polo che trovate qui sopra. Giampiero Rasimelli, che pure si è impegnato coi Civici, dissente da questa scelta e annuncia un voto al Pd, pur volendo continuare a confrontarsi coi Civici. Pubblichiamo volentieri il suo articolo.

di Giampiero Rasimelli

Il patto sottoscritto in Umbria in vista delle prossime elezioni politiche tra CiviciX e Azione-Italia Viva di Calenda e Renzi, o Terzo Polo se si preferisce, merita un commento da parte di chi si è impegnato con entusiasmo nell’esperienza dei CiviciX e che oggi non condivide questa scelta, pur rispettandola.
Due sono i punti controversi.
Il primo è che un movimento civico è civico, appunto, tende a sollecitare e far esprimere un territorio, ad attivare e riattivare circuiti partecipativi, è trasversale per definizione nell’ambito di un insieme di valori che liberamente definisce, puo’ esprimere ed avere, ovviamente, una rappresentanza politica locale. Non sono mai stato contrario alla costruzione di una rete nazionale di esperienze civiche e alla sua potenzialità di trattare con le forze politiche, i partiti nazionali, il Governo Nazionale sulle grandi questioni del governo del paese …. ma un patto elettorale con un partito, non con uno schieramento largo è un’altra cosa. Non mi scandalizzo, rispetto la scelta, ma non la condivido, perché il percorso iniziato da CiviciX, che già ha ottenuto significativi risultati, doveva ulteriormente svilupparsi e darsi forma per portare un contributo importante all’Umbria e al centrosinistra (tutto) la cui unità e crescita è una condizione essenziale per il futuro del nostro territorio, come dimostrano chiaramente i risultati infelici del governo regionale di centrodestra.
Il secondo punto riguarda il merito della scelta. La scelta di un Terzo Polo che corre in solitaria con questo sistema elettorale dopo il benservito dato dalla destra e dai 5 Stelle al Governo Draghi e di fronte al rischio di una vittoria della destra in un frangente di massimo pericolo per il paese, dopo la pandemia e con la guerra in atto, a me pare un errore, non solo una legittima scelta. Si dice che il PD si sia bloccato a sinistra e che c’è bisogno di un centro che dreni voti moderati e rilanci l’agenda Draghi essenziale per l’Italia. Ma se si guarda con serenità, onestà e senza ideologismi vecchi e nuovi la vicenda politica italiana, oltre la confusione che certamente ancora alberga nelle dinamiche del PD, non si può non vedere il contributo generoso e fondamentale che il PD ha dato ai governi di ampia unità che hanno garantito stabilità e buon governo all’Italia in piena pandemia, crisi economica e guerra in rapida successione, dopo che la vittoria dei populisti di M5S e Lega aveva segnato l’esito dell’ultima tornata politica e dato forma instabile al Parlamento. Governare questa legislatura e assicurare un governo al paese nel pieno di drammatiche difficoltà è stato difficile, molto difficile e rischioso e il PD ha dato un contributo decisivo e positivo a questa fase. Quando si dice che bisogna difendere l’agenda Draghi e ripartire da questa è bene tenere presente quale è stata la storia reale e parlamentare del paese. D’altra parte l’evocazione del centro è un problema storico dell’Italia dall’era berlusconiana (tarda a morire) in poi. Berlusconi ha definito il suo centro nella legittimazione della destra (centro-destra) e il risultato dopo lunghi anni è quello che la destra si è quasi mangiato il centro (Forza Italia ha risultati elettorali ormai quasi da lista civica e in molti casi inferiori). C’è quindi bisogno di un nuovo centro ? Si, certo, ma di un centro riformatore, europeista, capace di dialogare e negoziare con la sinistra riformatrice ed europeista per dare un indirizzo e una stabilità alla prospettiva del paese. Non si sente l’esigenza di tatticismi, di nuovi ideologismi, il centro è centro, non si può definirlo per ciò che non è. La sinistra riformatrice esiste e deve rinnovarsi, il centro, se esiste (ed è urgente che esista) deve definirsi per le idee che porta e per la leadership che è in grado di esprimere. Non esiste un centro democratico, riformatore ed europeista in Italia indifferente al dialogo con la sinistra, in una competizione virtuosa dentro uno schieramento democratico e progressista ampio. Con questa legge elettorale la divisione nel centro- sinistra porta voti alla destra e un rischio serio per il paese. Il resto è manovra di ceto politico che non ha fiato lungo e che serve poco al paese. Ma non è certo compito di un movimento civico risolvere questo rebus della politica italiana.
Il PD deve rinnovarsi, ho detto che ha fatto bene al paese in questi anni difficili, ma è rimasto, nonostante tanti proclami, prigioniero di se’ stesso. Il PD ha la responsabilità di essersi aperto solo a parole alla dinamica sociale, alle realtà civiche. Quando lo ha fatto è stato quasi sempre un successo, ma prevale l’abulia delle dinamiche interne, un ridotto interesse a che cosa succede all’esterno nelle città e nel paese, l’essere recalcitrante a dare un contributo vero alla formazione di nuove leadership e di nuovi percorsi politici e partecipativi. Non basta il rinnovamento generazionale, non bastano le volontà dichiarate, ci vuole consapevolezza, chiarezza di obbiettivi, saper fare e apertura culturale. Se non si parte da questo sarà difficile per il PD evocare e governare, non da solo, uno schieramento ampio di centrosinistra riformatore, costruirlo in rapporto con i territori, dare un solido ancoraggio alla propria proposta politica che peraltro merita ancora di essere aggiornata.
In Umbria ad esempio non si può non osservare la sordità con la quale il PD ha guardato all’esperienza dei CiviciX che oggi certo non gli fa raccogliere brillanti risultati.
Fatta questa analisi e rispettando le scelte di tutti, in questa fase io spero ancora che il voto dei cittadini possa disegnare un esito che argini la destra Meloniana e tardo-berlusconiana nell’interesse del paese. Ho molti amici di destra, persone che stimo, quando vinse le elezioni Trump negli USA di fronte al mio allarme molti di questi mi dissero … non ti preoccupare Trump non avrà tanto spazio di manovra nel partito Repubblicano, negli USA e a livello internazionale, le sue idee sono in gran parte propaganda per vincere. Sappiamo come sia andata poi, fino all’assalto a Capitol Hill e alla messa in crisi di un intero equilibrio internazionale … e ancora pare che non sia finita! Speriamo di non dover riflettere così tra qualche tempo per l’Italia e per l’Europa.
Spero sinceramente che dopo il voto si possa riaprire un dialogo nel centro sinistra e spero che vi possa essere una nuova fase per i movimenti civici. La mia scelta elettorale per il PD non sarà certo di impedimento ad un rinnovato impegno civico se ce ne saranno le opportunità e le condizioni. Bisogna cercare di non disperdere i circuiti virtuosi faticosamente costruiti in questi anni.