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Passaggi Magazine ha aperto un dibattito sul futuro del centro storico di Perugia con un articolo di Fabio Maria Ciuffini. A questo sono seguiti gli interventi di Luigi Fressoia e di Antonietta Petetti. Di seguito pubblichiamo l’interessante articolo di Giuseppe
Capaccioni che arricchisce e approfondisce la discussione che stiamo ospitando.

LA GRANDE RIFORMA DEL CENTRO STORICO di F.M. Ciuffini
PERUGIA HA BISOGNO DI RIPOPOLARE IL CENTRO STORICO di L.Fressoia
PER IL CENTRO STORICO INNOVAZIONE E SCELTE PARTECIPATE di A. Petetti

di Giuseppe Capaccioni

C’è un aspetto interessante nel dibattito che queste elezioni amministrative hanno suscitato: finalmente si riparla di centro storico. Finalmente ne parlano tutti da destra a sinistra e se ne parla non mettendolo in contrapposizione con il resto della città, creando una narrazione che ha definito il centro storico come il “salotto buono” per metterlo in contrasto con il resto della città dove si voleva fare sviluppo. E così abbiamo assistito allo scivolare di molte funzioni fuori dal centro, alla perdita di residenti (oggi se ne contano poco più di 5.000), all’apertura di superfici commerciali in numero che sarebbe sproporzionato anche per una metropoli e così via le analisi sono state sempre tante e spesso anche condivisibili. Si è molto dibattuto di soluzioni per il rilancio del centro, perché poi non si è fatto niente?
Questo è uno dei grandi misteri “perugini” tutti ne parlano, ci si infervora su un tema che appassiona molti, ma poi non si fa nulla, perché? Eppure noi siamo i discendenti di popoli che non hanno avuto paura di innovare. Dagli etruschi che vivendo su dei colli avevano la necessità di avere un’ area pianeggiante per edificare i templi ed hanno costruito un muro per realizzare una piazza (IV novembre), poi gli uomini del medioevo che non avevano l’acqua e l’hanno fatta salire fino al punto più alto della città (Fontana Maggiore) e a cui non era più sufficiente una sola piazza ed allora hanno trasformato un dirupo in una seconda piazza (Matteotti), e anche gli uomini dei nostri giorni che si sono inventati di usare le scale mobili come mezzo di mobilità urbana. Scusate la semplificazione nei passaggi storici, ma non è possibile che tutto questo DNA si sia poi disperso in cosi pochi anni. A questo proposito segnalo un interessante articolo di F.M. Ciuffini apparso su Passaggi Magazine in cui ripercorre la storia degli ultimi 50 anni del centro storico e in cui fa alcune proposte, concrete, per il suo rilancio. Partendo dalle suggestioni di questo articolo provo a sintetizzare il mio punto di vista che è stato arricchito da oltre 30 anni di analisi e progetti all’interno del consorzio per il rilancio del centro storico.
1. Manca da tanto, troppo tempo una visione a 360° dei problemi della città, si interviene per emergenze e quindi si chiude una toppa da una parte e senza rendersi conto se ne apre un’altra dalla parte opposta. La proposta emersa in questa campagna elettorale di rimettere mano al piano regolatore della città, ormai obsoleto, mi sembra un’ottima occasione per avviare questa riflessione a 360° in cui coinvolgere tutta la città.
2. Ormai Perugia è una città che non ha più il suo fulcro nel centro storico, occorre prenderne atto perché è l’unico modo per ridargli una funzione all’interno della città tutta e non in contrapposizione o concorrenza con altri pezzi di città.
3. In centro storico non ci sono un numero sufficiente di residenti per pensare che con essi possa sopravvivere, l’obbiettivo indicato da alcuni candidati a sindaco di riportarlo ad almeno 10.000 abitanti è fondamentale. Proviamo a leggere con attenzione le proposte contenute nell’articolo prima citato, perchè a partire da quelle si può pensare di costruire un progetto quadro che possa permettere di raggiungere l’obbiettivo indicato.
4. Il centro storico non ha un sistema di mobilità pubblica degno di questo nome (in verità non lo ha tutta la città di Perugia), per cui occorre al più presto rispondere a questo problema. Qui vi invito a leggere il PUMS (progetto di mobilità urbana sostenibile)
approvato dalla prima giunta Romizi e che ancora non ha trovato attuazione grazie ai ritardi della Regione nell’indire la gara per il trasporto pubblico regionale (scaduta da oltre 10 anni). Sintetizzo la parte relativa al centro storico che prevede una serie di navette elettriche (eliminando i grandi bus) che ricuciono il tessuto del centro storico permettendo di muoversi da porta sant’Angelo a San Pietro, dai parcheggi a corona fino al centro e da questo verso i quartieri che tradizionalmente orbitavano sul centro storico come Monteluce, Elce, la zona di via dei Filosofi ecc. Tutto questo con un orario che va dalla prima mattina fino a notte inoltrata con frequenze ragionevoli per considerare il mezzo pubblico competitivo con l’uso dell’auto privata.
5. La città di Perugia non ha un sistema di accoglienza turistica degno di questo nome, è una delle città più belle d’Italia, i turisti ce lo riconoscono, ma non siamo in grado di fargli capire che le nostre bellezze artistiche e architettoniche non si limitano all’asse di corso Vannucci. Infopoint, rete Museale, servizi per i turisti (a cominciare dai bagni pubblici per arrivare a luoghi in cui accogliere i gruppi ecc), segnaletica turistica (in questi giorni sta prendendo forma il nuovo progetto di segnaletica) sono alcuni degli aspetti che vanno affrontati con determinazione e in tempi molto brevi per non perdere i potenziali flussi turistici che nei prossimi anni toccheranno la nostra regione (2025 Giubileo e 2026 VIII° centenario della morte di S. Francesco)
6. Per troppo tempo si è pensato che gli eventi fossero l’ancora di salvezza per il centro storico, oggi appare chiaro (non solo a me) che per vivere il centro storico ha bisogno di un mix di presenze; residenti, cittadini che lo frequentano, turisti. Con uno slogan direi che di soli grandi eventi, alla lunga, il centro può anche morire. Occorre porsi, prima che sia tardi, una domanda su quale tipologia qualitativa e quantitativa di grandi eventi e di turismo si vuole puntare. Chi governerà la città dovrà scegliere a quale tipo di pubblico principalmente rivolgersi (target) e rispetto a questo rendere coerenti le proprie scelte e decidere cosa autorizzare in materia di eventi, di arredo urbano, di tipologia di offerta commerciale (sempre nei limiti di quanto la legge permette). Sarebbe anche auspicabile individuare, all’interno del centro storico, le aree più vocate alla residenza delle famiglie o a quella degli studenti, o ai locali della vita notturna ecc. Anche in questo caso il lavoro su un nuovo piano regolatore sarebbe di estrema utilità.
7. Vorrei dedicare una ulteriore riflessione al tema della mobilità all’interno del centro storico legandolo a quello del marketing urbano che è decisivo anche per il rilancio delle attività economiche e artigianali. Siamo una città messa su colli, senza un servizio di trasporto pubblico adeguato l’unico modo per arrivarci sono le auto. Il dibattito sulla ZTL o sulle auto è ormai una cosa inutile e noiosa il tema per guardare al futuro è avere un sistema di trasporto pubblico efficiente (integrato con gli ascensori posti in varie parti dell’acropoli come suggerisce F.M. Ciuffini) e l’ampiamento delle aree pedonali. Questo sistema permetterà di mettere in pratica quelli che sono i dettami del marketing urbano, cioè far circolare il più possibile le persone a piedi in una mobilità lenta che permette di gustare le bellezze della città, scoprire gli scorci e i punti di vista, passare davanti alle vetrine dei negozi, fermarsi in un bar o entrare in un museo. Perugia è una città con tante salite, ma anche altrettante discese per cui se aiutiamo a fare le salite con mezzi meccanici (minibus, scale mobili, ascensori, biciclette a pedalata assistita ….) possiamo poi sperare che le discese si possano fare anche a piedi in modo da irrorare di passaggi anche le cosi dette vie secondarie (secondarie per posizione non certo per bellezza). A questo proposito un aiuto potrebbe venire anche dalla pubblica amministrazione ricollocando funzioni in immobili di sua proprietà (ne ha molti) sparsi nel centro storico favorendo così spostamenti da un luogo all’altro, passaggi di cui si avvantaggerebbero anche le attività artigianali e commerciali che potrebbero ragionevolmente pensare di tornare ad investire in questa parte della città.
Le idee per il Centro in questa città non mancano serve qualcuno che le prenda tutte in considerazione, scelga quelle che ritiene più utili e poi però comici a metterle in pratica da subito senza aspettare domani; il “malato” è grave.
Andiamo a votare anche per questo.