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di Porzia Corradi

Prove di alleanze e di candidature. Nel centrodestra è caos completo con il sindaco uscente di Terni Leonardo Latini ancora sulla graticola, dopo l’ennesima fumata nera. Fratelli d’Italia sta facendo la voce grossa con l’assessore Orlando Masselli, la Lega è in evidente difficoltà e Forza Italia sta alla finestra. 

A Umbertide Luca Carizia, leghista, con buone probabilità riesce a correre per il secondo mandato, ma è più debole dopo l’uscita di due assessori che si candideranno contro. 

A Corciano due i papabili per la candidatura a sindaco, Padovano e Marcucci, e tanti mal di pancia tra veti incrociati. 

Questo in estrema sintesi il quadro del centrodestra dove nelle prime due città sta mettendo a rischio il governo per le solite e antiche diatribe interne. 

Va detto, prima di passare all’altro schieramento, che puntualmente nei territori si riversano gli effetti del mancato rimpasto a Palazzo Donini. Elementare, Watson! Solo un ingenuo (o un’ingenua) poteva pensare (forse sperare) che a determinate scelte non sarebbero seguite alcune conseguenze. 
 Intanto dalle parti del centrosinistra, da segnalare che su Umbertide si sono affidati al dottor Sauro Anniboletti, e tutti gli osservatori la ritengono un’ottima candidatura, da sottolineare inoltre che alla Fratta sono riusciti a costruire il famoso campo largo di lettiana memoria. Quasi idem a Corciano, (qui il Movimento 5 Stelle correrà da solo), con il vicesindaco Lorenzo Pierotti e la partita non dovrebbe riservare sorprese. A Terni la situazione non è ancora definita, anche perché, giustamente, aspettano la mossa della controparte.

Fin qui i movimenti in vista delle amministrative di metà maggio. Ma a tenere banco nella politica regionale è l’elezione della Elly Schlein alla guida del Partito democratico. Qui, come nel resto del Paese, c’è stato un ribaltamento del voto degli iscritti la cui maggioranza si era schierata per Bonaccini. Invece il popolo del Pd ha vinto sul partito Pd. Ed è stata l’occasione per la consueta resa dei conti: i veri sconfitti sono stati la parlamentare Anna Ascani che, stavolta dopo tanti anni, ha sbagliato cavallo, e il consigliere regionale Michele Bettarelli, suo delfino. Quindi, qualche problema in meno per il giovin segretario regionale Tommaso Bori, sempre piuttosto tiepido rispetto a questo testa a testa e anche un po’ incazzato per la lista per l’assemblea nazionale, e che è comunque riuscito a piazzare al primo posto della lista vincitrice la sua fida Sarah Bistocchi. 

Ora, riposte le armi delle primarie, il Pd può pensare con più serenità alle prossime scadenze elettorali, individuare subito il candidato per Terni e cominciare a costruire quello per Perugia. Nel frullatore dei nomi Andrea Fora e Mauro Agostini, entrambi molto convinti. Fondamentale sarà strappare a giugno 2024 Palazzo dei Priori al centrodestra per sperare poi nella riconquista della Regione a ottobre dello stesso anno. E anche per Palazzo Donini girano un po’ di nomi, a cominciare dal sindaco di Assisi e Presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti, poi il rettore dell’Università di Perugia Maurizio Oliviero. Ma una carta a sorpresa potrebbe essere quello di Marina Sereni, ex parlamentare, ex vice ministro e soprattutto di nuovo in auge politicamente grazie al suo referente Franceschini che è stato un forte sostenitore della Schlein. 

Intanto rimane granitico, e lo confermano anche le pietre di corso Vannucci, l’accordo di Fratelli d’Italia e Forza Italia su Andrea Romizi.