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di Walter Patalocco

Quando davanti alla telecamera fissa che riprende le riunioni del consiglio comunale a Terni passa il consigliere Valdimiro Orsini, unico portacolori di Azione-Italia Viva, la mente torna ad “Indietro tutta”, il programma di Arbore; e precisamente a quando era inquadrato un signore con la faccia seria. Il quiz era: “Cosa sta pensando?”. Orsini non c’entra ma il collegamento con la sua forza politica è immediato: cosa sta pensando di fare Azione per le elezioni comunali di maggio? La risposta è la stessa del quiz. “Boh”. Da quando si è saputo che Santino Rizzo sondato per l’eventuale candidatura a sindaco ha risposto negativamente il silenzio intorno ad Azione è quasi totale. Sembra che Azione aderisca alla coalizione di centro sinistra, la quale pare di là da venire, nonostante gli sforzi messi in campo dalla segreteria regionale del Pd che vede di buon occhio un’alleanza che comprenda un po’ tutti e prima di tutto Partito Democratico e Movimento.
La situazione è nota: il Movimento ha costituito un “Polo Alternativo” che accoglie qualche vecchio navigatore della politica ternana, una lista “Bella Ciao” e candida Claudio Fiorelli sindaco. Il Pd ha compiuto la scelta di appoggiare Josè Kenny, gli “Innovatori” schierano Paolo Cianfoni… ecc.ecc. L’impressione è che andranno ognuno per proprio conto e che al massimo si raggiunga un accordo sul voto per il ballottaggio nel caso fosse uno dei loro candidati ad arrivare secondo. Perché chi sarà primo non viene messo nemmeno in discussione: la coalizione di destra. Altro discorso sapere ora chi sarà il candidato sindaco. Sembra comunque molto probabile che a Latini canteranno in coro “Lallo ciao”, e che se lui vorrà correre dovrà farlo da privato, perché nessuna marca ufficiale pare orientata ad offrirgli un mezzo competitivo. Ma prima di decidere c’è bisogno di superare una serie di divisioni che, al momento di presentare le liste la coalizione di destra riesce sempre a nascondere sotto il tappeto. Le divisioni sono molteplici: tra la Lega e i Fratelli d’Italia, dentro la Lega, dentro Fratelli d’Italia. A scaldare i motori sono in parecchi, la poltrona di sindaco fa gola a parecchi. I due competitor principali hanno fatto e stanno facendo del tutto per rimanere a piedi: di Latini si è detto, di Orlando Masselli (l’uomo nuovo dei Fratelli d’Italia) si può solo sottolineare qualche scelta strategica tafazziana, come quella di impuntarsi per mandare deserta la seduta di consiglio comunale in cui si doveva votare il bilancio, che è materia sua. Una specie di muoia Sansone con tutti i Filistei, mentre nel suo partito c’è chi si allinea con le scelte romane secondo cui il candidato sindaco di Terni spetta alla Lega a salvaguardia della coalizione soprattutto fuori dei confini ternani. Un boccone amaro visti i risultati delle ultime politiche che hanno dato ai seguaci di Meloni lo scettro di primo partito.
La lite, però, intanto continua; le posizioni sono cristallizzate. Forza Italia, che fa parte della coalizione e se ne sta a guardare proponendosi come portatore di pace potrebbe alla fine diventare unguento miracoloso atto a sanare le ferite, a metterci una pezza. Se ne sta buona buona Forza Italia, ma alla fine potrebbe dichiararsi disposta al sacrificio di candidare uno dei suoi. Intanto c’è chi come il presidente del consiglio comunale Francesco Ferranti (Forza Italia, appunto) fa girare manifesti giganti in cui rammenta e promette l’impegno di portare avanti il lavoro iniziato dalla giunta di destra. Un messaggio forse subliminale, che al momento sembra sia accolto con certi suoni volgari per cui sono proverbialmente virtuosi i napoletani.
Resta il messaggio politico che la maggioranza sparge per la città: finora non ha certo azzeccato gli uomini giusti.
E poi c’è Bandecchi col suo Alternativa Popolare. Da qualche tempo ha eliminato quasi del tutto le parolacce dai suoi videomessaggi, mentre circolano sue immagini che per la “pettinatura” e la mascella volitiva ricordano certi busti di bronzo di anni fa. Una strizzatina d’occhio alla nostalgia?