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di Sud

Nel 1534 Pietro Aretino pubblicò il Ragionamento della Nanna e della Antonia, seguito due anni dopo dal Dialogo. Il tema del Ragionamento è lo “stato” delle donne, e quale sia il migliore tra quello di suora, moglie o puttana. La Nanna, che li ha provati tutti, suggerisce all’amica l’ultimo, e, nel Dialogo, Antonia istruisce sua figlia su come esercitare il mestiere.
È un’opera di straordinaria potenza, uno dei capolavori del Cinquecento; un’opera oggi assai difficile da leggere, con la teatralità dei suoi dialoghi; e difficile anche da tradurre in italiano moderno, come fece lodevolmente Piero Melograni col Principe, cui l’opera di Aretino deve molto, nella crudezza del linguaggio e dei concetti.
Una delle sue cifre è la parodia dei dialoghi filosofici e dei manuali di comportamento; parodia che investe ogni particolare, compresa l’ambientazione. Il locus amoenus dove si svolgono il Ragionamento e il Dialogo non è un kepos e neanche un ordinato giardino all’italiana, ma una ficaia, all’ombra della quale, tra un ragionamento e l’altro, si pranza.
Nel canestro ci sono pane e vino, «carne insalata» (probabilmente di maiale e non di manzo, come nella tradizionale “carne salada” trentina) e qualche pietanza cucinata la sera prima. Come frutta i fichi (siamo in una calda estate romana), e, per finire, «si trastullaro con una mezza prevatura fresca».
La “prevatura” (o “provatura”) è un formaggio nato dalla casualità; dalla “prova” che si faceva estraendo dalla massa un pezzo di pasta, per testarne la qualità. Era una pasta filante e la si doveva “mozzare” con un gesto secco. Nascono così nel basso Lazio e in Campania la provola e la mozzarella, come attesta un documento capuano del XII secolo.
Oggi troviamo mozzarelle, spesso di pessima qualità e tutt’altro che fresche, sulle tavole di tutto il mondo, servite insieme agli antipasti o usate per arricchire pizze e sformati. Ma la Nanna la sapeva lunga: «una mezza prevatura fresca», ancora gocciolante, dà il suo meglio da sola, a fine pasto. Provare per credere.