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di Marco Pignattini*

La politica è «l’arte dell’impossibile, l’arte cioè di rendere migliori sé stessi e il mondo», affermava Václav Havel. Verrebbe purtroppo da dire – dopo l’annunciato sodalizio tra Fora e Romizi all’insegna di una presunta innovazione (come declarato dallo stesso Fora, che però puzza del peggior vintage si potesse proporre) – che “la politica è l’arte del trasformismo, l’arte cioè di impedire il formarsi di una vera coalizione, in alternativa allo schieramento del centro destra, pur di ricavarsi uno spazio personale”.
Certo è che la notizia del nuovo posizionamento di Fora è sicuramente uno schiaffo a chi la politica la fa per passione e per profonda convinzione. non per mero interesse personale, mascherato quale volontà di migliorare, nel nostro caso, la qualità della vita di Perugia e dell’Umbria stessa. Il grande slancio personale di Fora nell’ultimo periodo, di erigersi a paladino del civismo anche umbro per creare una forza alternativa a chi oggi detiene legittimamente il potere, è andato a farsi friggere. Gli incontri, le discussioni, la stesura di basi programmatiche volte, a livello comunale prima e a livello regionale poi, a scardinare l’avanzata del centro destra, sono state maldestramente strappate e gettate al vento sgretolando ciò che era stato ben costruito nel recente passato. Di sicuro questo nuovo posizionamento porterà ulteriore “sconforto” tra gli elettori, autorizzandoli a dire che “la politica è uno schifo e chi se ne occupa lo fa solo per una questione personale”. Acuire il già noto disamoramento degli elettori porta ad allargare un solco, tra elettori ed eletti, che non giova certo all’armonia di una società che sta ricercando una sua identità morale e politica. Vien da sorridere sentendo il Primo Ministro parlare di legge antiribaltone, quando qui di capriole ne sono state fatte a bizzeffe.
Con quali parole, con quale coraggio si potrà “scendere in mezzo alla gente” e dire che non tutti sono uguali, quando all’atto pratico chi sosteneva il cambiamento, oggi va a braccetto con l’antagonista politico per eccellenza. Pur non dovendo più concepire il modo di far politica odierno, con gli stessi parametri di come si agiva nel ‘900, e mettendoci sopra che la distanza in termini di “idee e elementi valoriali” tra centro dx e centro sx non è più quella del secolo scorso (e comunque è una storiella tutta da verificare) questa scelta non giova al bene della nostra Regione. A conti fatti i movimenti Civici, i centristi e tutti quegli elettori stufi della vecchia modalità di fare politica, sapranno giudicare, nel segreto delle urne, il tradimento dello spirito dei movimenti civici; tradimento generato da Fora.

*per il Coordinamento del “Movimento delle Idee e del Fare per l’Umbria”