di Rita Boini
Una donna è la supermanager della cantina umbra classificata al nono posto nella top ten italiana del settore per redditività nel 2021, una classifica stilata dal Corriere della Sera Economia, tramite il rapporto Ebtida, che vede, tra le dieci più importanti per fatturato, fior fiore del settore vitivinicolo italiano, l’azienda Famiglia Cotarella.
Dominga Cotarella, direttore vendite e direttore marketing dell’azienda di famiglia è in realtà conosciuta a livello internazionale come una delle “tre sorelle”. Marta ed Enrica condividono con lei incarichi nella gestione della Famiglia Cotarella e formalmente sarebbero cugine di primo grado di Dominga, figlia di Riccardo lei, di Renzo invece Marta ed Enrica. Spiega Dominga: “Mio padre e mio zio (Riccardo e Renzo, enologi di livello internazionale, ndr) hanno deciso insieme alle loro mogli, a suo tempo, di vivere tutti insieme. Io, Marta ed Enrica fino a quando ci siamo sposate abbiamo condiviso vita e spazi, di fatto siamo sorelle. Un legame tenace e anche un forte senso della famiglia, tuttora, tanto per fare un esempio, abbiamo un unico conto in banca”.
ORVIETO, LUOGO DI RADICI E DI VITA
“L’azienda è nata a Montefiascone, nel Lazio, ora abbiamo aperto anche a Montecchio, in provincia di Terni, ma siamo di Orvieto – tiene a sottolineare Cotarella – dove siamo nati tutti e dove viviamo: anche se siamo sempre in giro per il mondo è infatti a Orvieto che abbiamo la nostra base”.
L’ACQUA E VINO DELLO ZIO TOTO E LA LAUREA IN AGRARIA
Dominga Cotarella, 48 anni, ha studiato al liceo linguistico prima per iscriversi poi alla facoltà di Agraria. “Una scelta che ha lasciato sorpresa la mia famiglia e che forse a mio padre non piaceva, in realtà non ho mai pensato di fare l’agronoma ma di interessarmi di vini con cognizione di causa. Ho scelto questo percorso di studi per serenità personale. Sono nata nel mondo del vino, mi piace raccontare quella che penso sia stata una tappa importante nel mio percorso. Un ricordo nitido che inizia quando avevo cinque o sei anni: lo zio Toto, che poi era il fratello di mio nonno, che non ho conosciuto in quanto è morto prima della mia nascita, mi dava da bere un po’ di vino versato in un grande bicchiere d’acqua. Ricordo ancora il grande bicchiere di vetro e questo segreto che lo zio Toto e io condividevamo. Un conto però sono i ricordi, il desiderio di dedicarsi a una cosa, una curiosità inguaribile come la mia e un conto la professione. Per questo ho studiato e lavorato molto”.
L’ESPERIENZA FUORI E DENTRO L’AZIENDA
Dopo la laurea l’esperienza in Antinori, una delle aziende vitivinicole più importanti d’Italia, in Umbria e bassa Toscana dove, spiega:“Ho conosciuto gente da tutto il mondo e ho fatto un’esperienza personale e di visione d’azienda di grande importanza. Ho fatto incontri che hanno cambiato il mio modo di lavorare. Fondamentali per le mie scelte successive, mi piace citare il dottor Enrico Chiavacci, ma l’elenco è molto lungo”. Il padre però, dopo molti anni d’esperienza in Antinori, le chiede di tornare nell’azienda di famiglia. Una scelta fatta con curiosità e impegno, unendo esperienze legate alle radici, agli studi, a tutti gli incontri fatti in seguito. Cotarella prende le redini con consapevolezza ma anche “tenendo presente il valore del dubbio, delle domande che è sempre bene porsi prima di avere certezze”.
NASCE LA FAMIGLIA COTARELLA
Parte così il progetto che dalla Falesco vede nascere la Famiglia Cotarella, intesa non come famiglia, che già c’è ed è solidissima, ma come azienda. “Il papà e lo zio non erano d’accordo, ma la scelta di questo nome è legata a quella cosa importante che è la famiglia, il nuovo nome non è legato a ragioni di marketing”.
LA FORMULA VINCENTE: FARE SQUADRA E CONDIVIDERE
Le linee guida? “La curiosità – spiega – e il fare squadra. Almeno ogni dieci giorni teniamo un incontro nel corso del quale commentiamo i risultati, i dati aggiornati sull’andamento dell’azienda ma diamo importanza pure alle discussioni, allo scambio delle idee. Entusiasmo e condivisione sono l’unico modo per andare avanti”.
L’ARTE DI UNA MAMMA IMPEGNATA
Cotarella è sposata e ha due figli maschi, di 16 e 12 anni. “Essere madre in una società complicata come la nostra è difficile. Io per fortuna ho avuto ed ho l’aiuto di mia mamma e dei nonni paterni e di una persona che si occupa di loro da quando sono nati. Sono una madre assente ma anche presente, per anni sono stata anche rappresentante di classe a scuola. Il segreto vero è però che condivido tutto con loro, se sono a Milano sanno i motivi per cui sono a Milano, se sono a New York sanno i motivi per cui sono a New York. Non vengono mai esclusi dai progetti di vita privata, parliamo, ci scambiamo idee. La condivisione anche in questo caso è la formula vincente”.
SOCIALE, CULTURA E TERRITORIO
Dominga Cotarella ora ha messo in campo progetti che, ispirati dal principio della condivisione, si estendono al sociale e al territorio. In un’ottica tutta al femminile e dopo aver convinto mamma, zia e sorelle a sostenere il suo progetto, ha dato vita a Intrecci, un’accademia d’alta formazione per giovani di tutto il mondo con sede a Castiglione in Teverina e dato vita alla Fondazione Cotarella, un progetto aperto a molti sviluppi futuri che è iniziato con una fattoria didattica dove ragazzi con diverse abilità possono esprimersi al meglio. Al centro ci sono le tematiche di cibo e del vino “trattate con leggerezza ma con approccio scientifico per far conoscere la filiera ed educare a una sana alimentazione partendo dal territorio”.