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di Fabio Maria Ciuffini

Un fatto di prima grandezza è l’interesse che l’ Università per Stranieri, nella persona del Rettore Valerio De Cesaris, manifesta per l’ipotesi della creazione nell’area ONAOSI dell’Elce di un Campus Universitario riservato ai suoi studenti. Ed anche la conferma che lo si potrebbe finanziare con i fondi già disponibili destinati all’edilizia Universitaria. E la retta corrisposta dagli ospiti dell’ ipotetico Campus ne farebbe, sia pure parzialmente, una iniziativa a reddito. L’idea del Campus per gli studenti fa però parte di un piano di rilancio di Palazzo Gallenga sul piano culturale ma anche logistico che era già in essere, prima dell’esplodere del caso ONAOSI. Nasce dal fatto che, per esempio, uno studente giapponese non si iscriverebbe mai ad una Università senza Campus e che questa preferenza è comunque manifestata dalla gran parte degli studenti di altre nazionalità.
A questo si aggiunge che anche gli alloggi privati che fin qui hanno sopperito alle esigenze di natura residenziale dell’Università sono sempre più indisponibili. L’overtourism e gli affitti brevi, colpiscono anche a Perugia. E c’è già chi ha receduto dall’iscrizione per non aver trovato una sistemazione abitativa. Certo un Campus all’Elce, a pochi minuti a piedi da Palazzo Gallenga e con la dotazione di verde e servizi che c’è, sarebbe l’ideale, ma occorre comunque fare presto, ci dice il Rettore, altrimenti l’Università dovrebbe esaminare altre alternative.
Un progetto urbanistico per l’area dell’Elce
Anche la Regione, che regge le sorti dall’Audisu, potrebbe essere interessata alla creazione di una residenza studentesca nell’area di proprietà ONAOSI. L’ADISU ha già in atto un programma di potenziamento che punta ad equilibrare la domanda con l’offerta di residenze universitarie ma potrebbe rinunciare però ad immobili oggi in affitto e dotarsi di immobili di proprietà in quell’area. C’è poi la problematica connessa alla conservazione o meno di un edificio rappresentativo al meglio delle tendenze architettoniche dell’epoca della sua costruzione. Non certo a caso nella ristrutturazione dei padiglioni dell’ADISU anche essi all’Elce, coevi con la struttura ONAOSI, la Soprintendenza ha chiesto la conservazione della “pelle” esterna dell’edificio. E credo non si possa eludere un suo parere anche per un progetto di sistemazione dell’area di via Antinori.
Insisto: la città non può rimanere inerte in questa contingenza e credo debba ulteriormente farsi carico della migliore utilizzazione di un’area assolutamente strategica. Basterebbe la possibilità di una destinazione congressuale di una parte delle cubature utilizzabili per motivare il suo interesse. Dunque tutto spinge ormai a che il Comune di Perugia punti rapidamente alla formulazione di un progetto urbanistico di sistemazione dell’area che coordini i diversi progetti ed interessi in gioco. Ove ciò avvenisse, Passaggi Magazine si impegna a seguirne gli sviluppi.

La proposta Caduceo
Il 24 Settembre si è svolto il Comitato di indirizzo ONAOSI (straordinario) con all’ordine del giorno solo la demolizione del Collegio dell’Elce, un complesso di 70mila metri cubi che sorge su un’area di 17mila mq ricca di verde ed impianti sportivi. E i rappresentanti della Caduceo associazione nazionale degli ex allievi ONAOSI presenti nel Comitato si chiedono come sia possibile demolire senza prima aver previsto il destino dell’intera area. Sono passati due anni, afferma la Caduceo, da quando è stato decisa la chiusura del Collegio dell’Elce e nel frattempo cosa è stato immaginato oltre la sua pura e semplice demolizione? E aggiungo: il Collegio è un patrimonio della Fondazione ONAOSI ma anche della Città di Perugia. E visto che a Perugia occorre chiedere il permesso anche per abbattere un albero è possibile immaginare la cancellazione di un edificio colossale come il collegio dell’Elce senza alcun riscontro da parte della città? E soprattutto – ferma restando la destinazione per “Insediamenti per attrezzature e servizi pubblici, di uso pubblico o di interesse generale o collettivo” – è possibile immaginare la cancellazione delle potenzialità urbanistiche di un’area assolutamente strategica?
Nel Comitato di indirizzo Marina Onorato, rappresentante dell’associazione ex allievi, ha proposto i lineamenti generali di un progetto che prospetta la completa ristrutturazione del patrimonio ONAOSI a Perugia come mezzo per finanziare in tutto o in parte un progetto di riutilizzo dell’area oggi occupata dal Collegio dell’Elce. Un patrimonio di tutto rispetto a cominciare dalla storica sede della Sapienza Vecchia in via della Cupa, la nuova sede di Montebello, la Sede amministrativa in via Ruggero d’Andreotto ed infine il Collegio dell’Elce la cui sorte è oggi all’attenzione della città. L’ipotesi Caduceo prevede la dismissione del palazzo per uffici in Via Andreotto e della Sede di Montebello – progettata a suo tempo come RSA al servizio di anziani sanitari ma utilizzabile per un’utenza più generale – nonché quella di pregiati immobili adiacenti alla sede in via della Cupa, con la conservazione del solo storico nucleo centrale per il Collegio di Merito ed i relativi servizi.
Ed infine la ristrutturazione del Collegio dell’Elce: scartata ogni ipotesi di cambio di destinazione dell’area (che so un centro Commerciale e/o edifici residenziali) che peraltro il Comune di Perugia non concederebbe mai, la Onorato propone di realizzare all’Elce una sede multifunzionale più piccola dell’attuale. Dunque un collegio universitario ONAOSI da circa 150-200 posti nonché la Sede Amministrativa della Fondazione. La palestra – già messa a norma – e gli impianti sportivi, insieme alle aree a verde, potrebbero costituire un centro sportivo Universitario ed essere messi anche a disposizione del quartiere. Il complesso multifunzionale potrebbe ospitare aule di studio o di insegnamento universitario ed una eventuale Sala Congressi. La realizzazione di questa sorta di cittadella ONAOSI, che utilizzerebbe solo una parte della cubatura dell’edificato attuale, potrebbe così costare meno della rifunzionalizzazione e messa a norma dell’intero complesso. La Caduceo propone poi che le cubature non utilizzate possano essere messe a disposizione per la costruzione di alloggi Universitari, per la Stranieri e per l’ADISU.

I vertici della Fondazione
Il Dott. Amedeo Bianco, già Senatore della repubblica, Presidente della Fondazioni e il DG Dott. Francesco Tavernese sostengono che la funzione originaria del Collegio Elce non è più economicamente sostenibile; il complesso edilizio, fuori norma sotto vari profili sia statici che energetici, non potrà essere ancora utilizzato così com’è se non con una messa a norma che avrebbe costi più alti di un suo totale rinnovo. Ricordano che nel 2019 fu messo a gara per un importo di 20 milioni un progetto di ristrutturazione del complesso dell’Elce che ne prevedeva il consolidamento sismico all’80% e che la gara andò deserta. La cifra effettivamente necessaria fu stimata in circa 30 milioni. Oggi nemmeno quella somma potrebbe essere sufficiente e si stima una cifra ancora superiore. Cinquanta milioni? La ristrutturazione del patrimonio è un passo necessario ma tutt’altro che facile, considerando la specificità sia della sede per uffici che della RSA di Montebello che restringe notevolmente la platea degli interessati ad un loro acquisto. Peraltro l’ONAOSI si ritiene del tutto aperta ad un confronto con altre istituzioni perugine per individuare soluzioni progettuali condivise che prevedano sia la messa in comune di aree verdi ed attrezzature sportive sia la realizzazione di strutture residenziali universitarie per assistiti ONAOSI nel senso proposto anche dalla Caduceo. Confronto peraltro già promosso dal Comune di Perugia e che dovrà essere ulteriormente approfondito.
L’Associazione Elce Viva
E’ ovviamente interessata a tutti gli sviluppi ipotizzati dalla Caduceo. Propone nell’area la creazione di un centro di aggregazione di quartiere considerando, fra l’altro, che il CVA dei Rimbocchi è chiuso (fuori norma anche esso: quale strana pandemia edilizia si aggira per l’Elce?). E’ chiaramente favorevole ad un utilizzo sociale del verde e delle attrezzature sportive e ad una piena integrazione tra studenti e popolazione del quartiere. Continuerà a prestare la massima attenzione al problema e a sollecitare ogni parte politica ed ogni istituzione interessata perché si attivi in favore di un pieno utilizzo dell’area. Peraltro non si opporrebbe ad una eventuale demolizione degli edifici esistenti purché se ne assicuri la sostituzione, mantenendo le destinazioni di PRG ed utilizzando tutte le potenzialità edilizie.

Comune di Perugia
E’ convinto della necessità di confermare la funzione ed il peso urbanistico dell’area, secondo PRG. La città non può assolutamente disinteressarsi dell’ONAOSI, sia come Fondazione che ha preso vita in questa città e che in questa città deve restare, sia per quanto riguarda la sorte delle aree e degli edifici di proprietà dell’Ente. Conferma le osservazioni già fatte da Passaggi Magazine: “La chiusura della sede di Elce é un fatto urbanistico di prima grandezza. Perugia è ormai una città giunta quasi alla fine di un lungo processo di trasformazione, iniziato nell’immediato dopoguerra, di cui il complesso dell’Elce non è stata certo una componente minore. Ed ora, a città pressoché completata, gestire la città costruita significa anche e soprattutto gestire gli equilibri tra esistenti residenze, servizi, grandi complessi pubblici … ”. In realtà il Comune ha già anticipato quelle osservazioni attivando un tavolo di confronto fra l’ONAOSI e le Istituzioni interessate al futuro dell’area. Confronto che è già avvenuto e di cui non resta che augurare la continuazione, oltre ai contatti diretti tra gli interessati. Fra l’altro, nei contatti informali che il Comune di Perugia ha avuto fin qui con i possibili utilizzatori emerge – come scritto e confermato dal Rettore De Cesaris – un’idea di estremo interesse: l’Università per Stranieri è interessata a dotarsi di una struttura a carattere residenziale sull’esempio dei Campus. E’ lo schema prevalente fuori d’Italia e potrebbe essere gradito a quegli stranieri che vi si riconoscono. E l’area dell’Elce si presterebbe a questa finalità. Inoltre anche l’Unipg potrebbe/dovrebbe essere interessata all’ipotesi di creazione di aree di studio, di insegnamento, di laboratori.