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di Giovanni Turetti

Elezioni per il comune a Perugia, per la regione in Umbria, per il parlamento europeo, e tutto nel 2024. Già fervono da tempo i lavori fra e dentro i partiti e le aree di riferimento per costruire candidature e alleanze nel nostro territorio: un intenso lavorio, tenuto finora abbastanza sottotraccia, che inizia ora ad emergere dando segnali di nuovi posizionamenti, o almeno tentativi in tal senso. Ci sono ad esempio alcuni personaggi, rimasti fuori dalle aule parlamentari, che vorrebbero rientrare nei circuiti della politica, e stanno cercando di costruire occasioni utilizzando gli appuntamenti elettorali del prossimo anno. Per esempio a Orvieto, alla fine di luglio, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ha convocato “Orvieto ’23 – Forum dell’Indipendenza Italiana”: una trentina le sigle raccolte in quello che da sempre è stato il raduno annuale della “destra sociale” italiana, su posizioni critiche nei confronti di Gianfranco Fini in Alleanza Nazionale, e che quest’anno si è presentato con l’intento chiaro di aprire un fronte “duro e puro” a destra, contro la maggioranza guidata da Giorgia Meloni. Il Forum nasce intorno al comitato “Fermare la guerra”, che a sua volta si è formato poco prima delle elezioni politiche di un anno fa: adesso l’obiettivo è raccogliere le adesioni di chi non trova sponde nella destra di governo. I nomi che abbiamo visto a Orvieto – dal filosofo Diego Fusaro allo storico Franco Cardini passando per il prof. Ugo Mattei – sono quelli di personaggi degli ambienti no-vax e no-green pass più o meno velatamente sostenitori di Putin, e soprattutto, più che pacifisti, semplicemente contrari al sostegno all’Ucraina. C’è chi ha parlato di parentele possibili con Italexit di Gianluigi Paragone, ma, a parte la collocazione politica più nettamente di destra, il punto è che i tempi sono molto cambiati. Italexit si poneva sulla scia del successo, all’epoca, della Brexit, ed è cresciuta grazie soprattutto all’arrivo del Covid, quando le restrizioni antipandemiche dei governi Conte e Draghi, culminate nelle politiche vaccinali e nell’introduzione del green pass, hanno fatto da catalizzatore ad un’area di protesta marginale ma inferocita e non trascurabile. Oggi lo spazio per posizioni di critica da destra al primo governo di destra del paese, con un consenso per Fdi in crescita, appare davvero esiguo.
Alemanno, che vorrebbe partire dalla stessa area di riferimento, non considera che le delusioni della Brexit (che non ha aperto al Regno Unito la strada per un radioso futuro), insieme al venire meno del Covid e delle politiche antipandemiche, e a un’Europa che ha assunto una postura diversa, promuovendo il Pnrr, ne hanno spento la carica di protesta. Per rafforzare il suo progetto l’ex sindaco di Roma ha imbarcato anche un’area cattolica integralista della destra che si riconosce nelle stesse parole d’ordine, e che vede nell’ex senatore leghista Simone Pillon l’esponente più rappresentativo. Pillon ha mancato la rielezione in parlamento nello scorso settembre, e ripone in questa iniziativa la speranza di rientrare nei giochi. Per questo, dopo essere stato invitato come oratore al forum di Orvieto, l’ex senatore ricambia la cortesia invitando a sua volta Alemanno a una analoga convention, ad Assisi, il 9 e 10 settembre prossimi, presentandogli il suo mondo cattolico di riferimento. Parleranno i responsabili di Pro Vita e Famiglia – l’associazione che negli anni scorsi ha portato anche nella nostra regione, ad Assisi, Alexey Komov, sedicente ambasciatore russo all’ONU del Congresso Mondiale della Famiglia nonché grande sostenitore di Putin e braccio destro dell’oligarca russo Malofeev; è la stessa associazione che da qualche anno organizza la “Marcia per la Vita”, appuntamento tradizionale del mondo pro-life italiano, che però ha registrato nel tempo un pesante calo di presenze (l’ultima edizione dello scorso maggio radunava non più di un migliaio di manifestanti).
Ad Assisi saranno presenti vecchie conoscenze come Costanza Miriano e Gianfranco Amato, con il vescovo di Ventimiglia Mons. Suetta e finanche la pastora Roselen Boerner Faccio della Chiesa evangelica “Ministero sabaoth” di Milano, per un tocco interreligioso. Una specie di riedizione de “Il Popolo della Famiglia” , insomma, il partito dello zero virgola fondato da Mario Adinolfi insieme a Gianfranco Amato, e sostenuto convintamente dalla Miriano: una base elettorale che difficilmente potrà discostarsi dalle percentuali veramente minime già ottenute in passato. Il raduno assisano non sembra raccogliere un grande consenso della chiesa locale, che non esprime suoi rappresentanti: il saluto iniziale di Ivan Maffeis, vescovo di Perugia, apparso come “da confermare”, in un primo momento, nelle locandine dell’evento, è stato cancellato, e poi sostituito da quello di Mons. Crepaldi, vescovo emerito di Trieste. Con queste premesse il partito eventuale di Alemanno promette di pesare poco: più che ambizioni autonome, potrà cercare di fare pressione nel partito della premier per rosicchiare qualche posto nelle liste elettorali locali e per il parlamento europeo, o comunque ottenere qualche posizione di rilievo. Contando sul fatto che anche lo zero virgola, a volte, può fare comodo.