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di Walter Patalocco

A Terni il “Caffè Principe”, fino agli anni Sessanta, fu uno dei ritrovi di maggior prestigio: sei vetrine all’angolo in cui Corso Tacito si allarga nella piazza omonima; tanta luce, cristalli, tazze in fine ceramica, cucchiaini d’argento. E fuori, sulla piazza della fontana, quando la stagione lo permetteva, una miriade di tavolini a cui ci si accomodava anche per mostrare l’abito nuovo in un ambiente non chic, ma quasi.
Oggi al posto delle vetrine del “Caffè Principe” ci sono quelle di una banca. Il “Caffè” ha subito uno slittamento verso una viuzza, ma c’è ancora e si chiama Met Bistrot. I tavolini, sulla piazza Tacito, contionuanno ad esserci. E’ il posto scelto da Orlando Masselli per la chiusura, il 26 maggio, della campagna elettorale per il ballottaggio del 28 e 29: in programma incontri, musica e degustazioni. Masselli, candidato sindaco di Terni del centrodestra, col 35,8 per cento del primo turno, è uno dei competitor. L’altro è Stefano Bandecchi, 28,1 per cento al primo turno. Bandecchi, per chiudere la campagna, più o meno alla stessa ora di Masselli ha invitato tutti – come due settimane fa – allo stadio: d’altra parte è o non è il presidente della Ternana? Porchetta e vino gratis per tutti, comizio dal palco innalzato davanti alla tribuna.
Due scelte diverse: una delle quali ammicca alle tradizioni, alla Terni popolare ma non a quella dell’odio contro la Perugia “schiavista” o per chi ha governato finora, che si coccola nel paternalismo e nelle promesse.
Ad appuntamenti come quelli proposti la risposta è sempre esaltante. Quanti saranno, però, coloro che domenica e lunedì andranno a votare? Al primo turno l’affluenza fu del 59,5 per cento. Al ballottaggio si registra spesso un calo fisiologico. La situazione ternana per di più è particolare: il popolo del centro sinistra (al primo turno meno del 22% Pd e Alleati; poco più del 10% M5S ed alleati) è chiamato ad una scelta complicata, la stessa che fa dire a certi umbri “per fortuna io non voto a Terni”.
C’è però chi, proprio nel centro sinistra, sta elaborando teorie tattico-politiche e guarda con un certo interesse alla candidatura Bandecchi, il presidente della squadra di calcio, che ha costruito un proprio seguito elettorale puntando sulla faccia dura dell’ex parà della Folgore e che si presenta come un uomo di centro, definendosi spesso come un “democristiano”. Anche se – ha aggiunto spesso – in politica il centro non esiste, perché ci sono solo una destra e una sinistra. E’ una delle tante iperboli del candidato sindaco di Terni Stefano Bandecchi, personaggio tanto discusso quanto idolatrato da certi “politici” da bar dello sport, gente cui piace identificarsi con uno che non le manda a dire, ma che – anzi – prende a pesci in faccia anche loro, i “discepoli”, che paiono restarne tanto soddisfatti…
Sarà anche questo frutto dell’antipolitica? Certo è che entrambi i candidati al ballottaggio hanno raccontato di incontri avuti in questi ultimi giorni con gente che nemmeno sapeva che a Terni c’erano state le elezioni comunali e che si vota per scegliere il sindaco nel ballottaggio.
Da una parte l’assenza di cognizioni politiche e civiche, dall’altra i calcoli strategici di consumati naviganti della politica che individuano nel sostegno a Bandecchi l’occasione di far fuori la coalizione di destra. La quale destra, è vero, si presenta frazionata, con diversi motivi di malcontento che serpeggiano al suo interno – basta pensare ai leghisti sfilacciati nelle urne – da molti considerata deludente dopo cinque anni di governo e con un candidato che non “buca” lo schermo come riesce a fare il suo competitor, ma che si presenta al nastro di partenza con buone riserve di consenso.
Un’insoddisfazione che ha spinto numerosi elettori a considerare esaurito il tentativo di scuotere le acque compiuto cinque anni fa scegliendo la Lega e a decidere, ora, di provare con Bandecchi.
C’è chi sceglie un salto nel buio, chi ricorre a metodi da vecchi e notissimi proverbi che chiamano in causa mariti e mogli; e chi – vendicandosi per non aver trovato spazi negli anni trascorsi – va a rafforzare la “novità” Bandecchi .
È storia già vissuta una trentina di anni fa. Allora l’uomo sorpresa si chiamava Gian Franco Ciaurro, ex ministro e segretario generale della Camera dei Deputati. Ora potrebbe essere un arruffapopolo che annuncia, dopo la conquista di Terni, una marcia su Perugia alla conquista della Regione e poi un’altra marcia su Roma, verso il Parlamento. In sostanza: gambe in spalla e pedalare. Ma, in concreto, per andare dove?