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di Walter Patalocco

Tanto per non farsi mancare niente. A Terni, mentre ci si accapiglia tra candidati sindaci che vanno e vengono, pseudo candidati che si fanno avanti nascondendo il viso dietro “la veletta”, alleanze che si scompongono senza mai essersi composte, in consiglio comunale si registra il trentaduesimo cambio di casacca: Francesco Pocaforza lascia la Lega e passa al gruppo Fratelli d’Italia. Tanto per dire: nel 2018 la Lega contò eletti il sindaco e 13 consiglieri, Fratelli d’Italia due consiglieri. Ora la “geografia” dell’aula dice che la Lega ha sette rappresentanti come Fratelli d’Italia. Una corsa verso il carro dei vaticinati vincitori delle elezioni di maggio? “No – spiega Pocaforza – è che personalmente sostengo che per la coalizione andava candidato Leonardo Latini e non Orlando Masselli”. Coerentemente (?), quindi, Pocaforza passa col partito che candida Masselli.
Non fa una piega? Quantomeno è una delle stranezze di queste elezioni comunali ternane, che – dicono quelli che vogliono trovare del buono in tutto – rappresentano un laboratorio politico che spiegherà qualcosa ai vertici nazionali dei partiti.
Sarà. Nel frattempo sul fronte delle alleanze o coalizioni che dir si voglia vanno registrati alcuni fatti che chiariscono un po’ la situazione. Ha cominciato il Pd che sabato mattina ha approvato in assemblea comunale la composizione della lista dei candidati. Mancano un paio di nomi, ma si tratta di candidature solo da formalizzare. La stessa assemblea Pd ha confermato il proprio sostegno al candidato sindaco Josè Maria Kenny. Alleanze? Ormai coi Cinquestelle è finita ogni trattativa: “Vogliono andare da soli e quindi…” è il commento laconico di Pierluigi Spinelli, segretario comunale Pd. Sinistra italiana comunque farà parte della coalizione, così come i Socialisti. E Azione? Pare che non ci sia ancora accordo interno: Carlo Calenda sembra spinga per un accordo col centrosinistra, ma tra indecisioni e resistenze. Azione avrebbe anche qualche difficoltà a raggiungere il numero di candidati per varare una lista.
Nella destra pare svilupparsi una operazione “Salvalafaccia” in favore della Lega, che prima mostra un ritorno di fiamma nei confronti di Latini, e della coalizione che, buttando a mare il sindaco, dopo il primo mandato sembrerebbe riconoscere un errore “di calcolo”. Ma un pronunciamento ufficiale per Latini non c’ è stato. Anche perché se ci fosse stato avrebbe significato la sottoscrizione dell’atto notarile di separazione tra Lega e Fratelli d’Italia nonostante i buoni uffici che continua ad esercitare Forza Italia. E allora, all’ultimo momento, è arrivato il pronunciamento, ma a favore di Masselli. La Lega è proprio in stato confusionale
I Coordinamenti Regionale, Provinciale e Comunale, dei berlusconiani, riunitisi nella sede di Terni, hanno chiesto ai vertici nazionali di “continuare ad esperire ogni tentativo di tenere unito il centro destra e le liste civiche, nella convinzione che solo una coalizione unita, nella continuità del buon governo della città di Terni, possa garantire la buona amministrazione del nostro comune”. Comunque sia chiaro che Forza Italia “accoglie la proposta di candidatura, sottoposta da Fdi, di Orlando Masselli ed esprime un orientamento positivo sulla sua capacità di proseguire il buon lavoro svolto dalla coalizione di centrodestra”. Romizi si è schierato con Zaffini. Pensa alle future candidature?
Parlava di liste civiche, Forza Italia, e quindi – visto che di liste civiche serie a destra non ce ne sono – parlava a Leonardo Latini candidato per proprio conto. È a loro, ai “latiniani” che era rivolto l’appello – che Forza Italia estendeva anche agli “Amici della Lega” – a continuare insieme il lavoro intrapreso dal 2018 per la nostra città di Terni.