di Porzia Corradi
In Umbria la nomina dei vertici sanitari è tradizionalmente foriera di un’ abbuffata spartitoria con tanto di piccole e grandi risse fra partiti. Lo è stato per il centrosinistra e lo è per il centrodestra. Dopo Pasqua la giunta Tesei varerà la complessa operazione. Lo farà in un clima poco amichevole. Su tutti troneggia lo scontro fra l’uomo chiave della Presidente, il suo capo di gabinetto Federico Ricci e l’assessore Luca Coletto. Grande tensione dunque, nonostante Tesei si affanni a mostrarsi nelle vesti di equilibrato paciere. Un gioco delle parti – dicono i bene informati – più che un’ autentica volontà di sedare i bollenti spiriti dei due contendenti. Coletto vorrebbe cambiare poco nei vertici sanitari e anche per questo è diventato bersaglio delle critiche di tutti i partiti di centrodestra (chiedono più ricambi) nel corso del recente, movimentato vertice. La Presidente dovrà districare la matassa: i suoi alleati di governo hanno affidato a lei il potere di dire l’ultima parola. Una bella gatta da pelare.
Sia come sia almeno due dei cinque dirigenti della sanità dovranno infatti essere sostituiti in quanto dimissionari: abbandoni che comunque tradiscono una situazione non proprio tranquilla fra i burocrati regionali. I due incarichi principali sono vacanti: quello di direttore dell’ospedale di Perugia, lasciato da Marcello Giannico e ricoperto temporaneamente da Giuseppe De Filippis e quello di direttore della Asl 1, mollato da Gilberto Gentili. Chi li sostituirà? Un nome circola con insistenza ed è quello di Massimo D’Angelo, anche se non si sa con precisione in quale delle due caselle potrebbe essere collocato. D’Angelo è calabrese e ha sin qui fatto il commissario per l’emergenza Covid.
Ma la mappa dei candidati si modifica di giorno in giorno: si parla di Maria Gigliola Rossignoli, già mega dirigente in epoca Lorenzetti, di Gabriella Guasticchi silurata nel Lazio da Zingaretti, di Massimo De Fino che potrebbe approdare da Terni a Perugia. E altri nomi spunteranno nei prossimi giorni nella lotteria delle nomine. Su tutto aleggia una pesante tensione fra i partiti della giunta, aggravata dallo sbilancio in sanità di 40-80 miliardi che ha fatto balenare l’ipotesi di nuovi tickets. Ma i guai non finiscono qui.
Un importantissimo super direttore regionale se n’è andato. Le dimissioni di Paolo Reboani hanno colpito duro. Innanzitutto perchè ha mollato un uomo chiave che avrebbe dovuto occuparsi del Pnrr e di altri fondi comunitari, nonché di cultura e di turismo. Insomma una perdita secca di un quadro molto capace che era stato definito “grande expertise”, “nomina delle nomine”. Il suo curriculum gli assegna forti competenze in materia di lavoro: è stato in passato consigliere della Presidenza del Consiglio, dei ministeri degli Esteri e del Commercio estero in questa materia; si è specializzato alla London School of Economics ed ha collaborato con think thank internazionali. Insomma, era stato un buon acquisto che però, dopo soli quattro mesi, ha gettato la spugna. Perchè? Sembra che abbia trovato un vero e proprio ostracismo da parte dell’altra burocrazia regionale e che abbia avuto qualche frizione anche con l’assessore Agabiti.
Tesei forse proprio per le enormi difficoltà incontrate – e sarebbe ingeneroso non ricordare il momento difficilissimo che ha dovuto gestire – avrebbe deciso di non restare alla Presidenza, di emigrare nel 2023 a Roma. Di questo orientamento già hanno parlato alcuni giornali compreso Passaggi Magazine. Ora però circola qualche certezza e qualche particolare in più. Per la Presidente tornare a fare il parlamentare è quasi impossibile e forse la soluzione più semplice – se la Destra vincesse le elezioni nazionali del prossimo anno – potrebbe essere un ruolo importante in qualche azienda o gruppo pubblico: “come fece la Lorenzetti”, sussurrano i leghisti più avvertiti che non sembrano volersi opporre al trasferimento romano agognato da Tesei. In tal caso il più probabile candidato alla Regione sarebbe Andrea Romizi, ma qualche speranza potrebbe nutrirla anche Paola Agapiti. Il Comune di Perugia spetterebbe a un esponente di Fratelli d’Italia (Marco Squarta è il più gettonato) e Terni toccherebbe a Enrico Melasecche.
Ma prima che ciò accada ne passerà di acqua sotto i ponti, e il tempo può diventare alleato degli outsider.