di Gabriella Mecucci
Uscito dalla crisi provocata dalla pandemia e superati, anche se di poco, gli eccellenti risultati del 2019, il Teatro Stabile dell’Umbria ha presentato ieri sera il programma 2023-24. Nell’appuntamento annuale, offerto dal suo presidente Brunello Cucinelli, è stato sciorinato un cartellone ricchissimo che parte da Shakespeare e Goldoni, passa per Cecov e arriva a Claudio Bisio e alla danza moderna. Un nuovo importante impegno, segno di fiducia verso il futuro. Il “re del cachemire” infatti consente una totale sicurezza finanziaria intervenendo a “pareggiare” i bilanci ogni volta che ce n’è bisogno. L’anno passato ha “ripianato” un deficit di 370mila euro senza colpo ferire. Le eccellenti stagioni del Teatro Stabile si devono dunque a lui e al direttore Nino Marino che proprio ieri sera è stato confermato nel ruolo per altri tre anni.
La stagione 2023-24 verrà interamente dedicata a Sergio Ragni e verrà caratterizzata dalla messa in scena del “Male Sacro”, il modo in cui veniva chiamata un tempo l’epilessia, di Massimo Binazzi. Un’opera che Ragni amava e promuoveva e che avrà la grande regia di Antonio Latella. Gli interpreti saranno i giovani allievi dell’Accademia d’Arte Drammatica, Silvio D’Amico.
Ma vediamo alcuni appuntamenti che caratterizzano il cartellone, illustrati ieri sera con un bel filmato che metteva, in premessa, gli alberi. Si apre con una prima assoluta del “Re Lear,” protagonista una vecchia gloria come Elio De Capitani, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria. La cui seconda produzione sarà “La Locandiera”, regia di Antonio Latella con Sonia Bergamasco. E poi ci sarà “Zio Vanja”, una coproduzione con il Festival di Spoleto. Questa è la seconda opera
della trilogia cecoviana che il Teatro Stabile ha iniziato a mettere in scena a partire dall’anno scorso, con la regia di Leonardo Lidi.
Accanto a questi tre grandi appuntamenti di produzione propria si articola un ricco programma che comprende fra l’altro “L’Interpretazione dei sogni”, liberamente ispirato e tratto dagli scritti di Sigmund Freud, di e con Stefano Massini; “La vita davanti a sé” di Roman Gary che ha già ispirato un bel film con Sofia Loren. La regia è di Silvio Orlando. E poi c’è “Le nostre anime di notte” di Kent Haruf con Lella Costa e Elia Shilton. Anche di questa opera esiste una versione cinematografica molto bella con Jane Fonda e Robert Redford. Con protagonista e regista Monica Guerritore arriva “Ginger e Fred” di Federico Fellini; e poi c’è il teatro comico con “La mia vita raccontata male” di Claudio Bisio. Infine, tanta danza moderna di grande qualità, il cui inserimento in cartellone ha già provocato un forte ringiovanimento del pubblico dello Stabile, come ha annunciato Nino Marino.
Infine non può non essere segnalato l’intervento di Brunello Cucinelli che ha sollevato due punti politici rilevanti. Il primo riguarda il miglioramento della condizione operaia: “Basterebbe l’un per cento dei profitti per fare dei passi in avanti”, ha detto. Il secondo punto riguarda l’accoglienza degli immigrati da favorire e ampliare. Niente male in un paese dove chi governa, solo un anno fa,
voleva fare il blocco navale.