di Luca Ferrucci
L’Umbria imprenditoriale al femminile ha contribuito a “tracciare” un sentiero di sviluppo economico, sociale e culturale di grande valore. Le storie di singole donne- imprenditrici sono state sovente analizzate e commentate da molti studiosi. Ci limitiamo in questa sede ad indicare il bel volume, uscito nel 2013 ad opera della Provincia di Perugia, dal titolo “I talenti femminili alle origini dell’imprenditoria umbra” nel quale sono riportate le storie di donne straordinarie quali Luisa Spagnoli, Romeyne Robert Ranieri di Sorbello, Alice Hallgarten Franchetti, Daria Vecchi Rubboli e Vanda Tonti. In una bella prospettiva storiografica si colloca anche il volume, curato da Barbara Curti, dal titolo “Donne imprenditrici nella storia dell’Umbria” (Franco Angeli, 2005).
Ma anche senza “scandagliare” troppo il passato, famiglie imprenditoriali dove si vedono donne “al timone” sono numerose e in diversi settori. Nell’impresa Lungarotti, seguendo la scia di Maria Grazia Marchetti Lungarotti, non possiamo non vedere nei ruoli apicali Chiara Lungarotti e Teresa Severini; e ancora Ilaria Caporali, amministratore delegato Liomatic; Patrizia Ceprini, Amministratore Delegato Ceprini Costruzioni; Katia Sagrafena, Co-founder e Direttore Generale Vetrya.
La stessa Passaggi Magazine ha dedicato un’attenzione, con specifici articoli, ad alcune donne imprenditrici quali Daniela Monni, Carlotta Caponi, Isabella Gambini, Marta Cucchia, Paola Sticchi, Emanuela de Stefanis, e Antonella Panciarola. Ma la lista potrebbe proseguire a lungo.
Tutto bene allora? Proviamo a guardare non le singole storie di persone-donne straordinarie, ma l’aggregato statistico di questa imprenditorialità per riflettere sul fatto se possiamo, oppure no, considerarci un “cuore rosa dell’Italia” nel campo imprenditoriale. CONTINUA A LEGGERE