Salta al contenuto principale

di Claudio Ricciarelli*

Quest’opera è diventata il principale tema della campagna elettorale del comune di Perugia e lo sarà, come molto probabile, anche in queste due settimane di ballottaggio tra le due candidate a Sindaco. Quest’argomento è stato ed è oggetto di iscussioni anche di
molti esperti della materia, a partire dagli ingegneri Ciuffini e Severi, ed è bene perciò che si ascoltino anche le voci della società civile e delle sue forme di associazionismo.

COSA DICE CIUFFINI SUL NODO

L’INTERVENTO DELL’INGEGNERE SEVERI

LA REPLICA DI CIUFFINI A SEVERI

La città, in particolare Ponte San Giovanni, è il punto nevralgico di incrocio fra le direttrici più importanti del centro Italia; Est Ovest (Toscana e Marche) e Nord Sud (Emilia Romagna e Lazio). In questo tratto di E45 di 3,5 Km confluiscono ben cinque superstrade, 20 corsie si concentrano su 4, con lo svincolo tra la E45 e la Perugia-Bettolle, ormai divenuto il più centrale e trafficato dell’Umbria. Lì si incrociano e si sommano due tipi di traffico, uno di attraversamento e l’altro locale.  Questo crea problemi significativi:
1 – Un accesso caotico alla terza città del centro Italia: Perugia;
2 – Un disfunzionale sistema di comunicazione stradale per la più grande area produttiva e commerciale del perugino e dei suoi centri logistici;
3 – Il soffocamento da traffico della sua frazione più popolata (Ponte San Giovanni);
4 – Un complicato accesso al più grande ospedale del centro Italia dopo quelli di Roma e Firenze.
Questo è ciò che implica ragionare sul Nodo di Perugia! Come per molte altre città capoluogo di Regione, la soluzione che si impone è la realizzazione di una tangenziale che vada da Collestrada a Corciano, l’unica infrastruttura capace di separare davvero il traffico di attraversamento Nord/Sud ed Est/Ovest del Paese, da quello locale e/o territoriale.
Fra coloro che sono contrari a quest’opera si sostiene che questi 23 Km di strada costino eccessivamente dal punto di vista finanziario, con tempi realizzativi lunghi, consumino troppo suolo, sottraendo terreno agricolo, che si traforino 2 colline, si costeggino troppo da vicino aree urbane e caseggiati. Questi costi, si dice, non giustificherebbero i benefici che però ci si guarda bene dal rappresentare! Quest’argomento è rimbalzato anche nel confronto/scontro della campagna elettorale perugina. Credo perciò che sia bene esplicitare in maniera obiettiva e corretta alla pubblica opinione quelli che sono i benefici derivanti dal nodo.
1 – Si separa il traffico di attraversamento da quello “locale” e con esso si favorisce un più fluido e scorrevole accesso alla città di Perugia, dando ad essa il respiro che merita;
2 – Si concede un vantaggio di competitività ulteriore al suo sistema economico e alle sue aree produttive e commerciali, in una logica anche di area vasta che va da Magione ad Assisi;
3 – Si rende più veloce l’accesso, da Nord, Est e Sud dell’Umbria all’Ospedale regionale;
4 – Si riduce la mole di traffico, allontanandone una parte, nel tratto di E45 più congestionato dell’Umbria che costeggia Ponte San Giovanni. Liberando il quartiere dal traffico interno improprio, si contribuisce così a qualificare ulteriormente il processo in atto di una sua rigenerazione urbana, migliorandone la qualità dell’aria, la salute, la vita sociale e la mobilità, anche alternativa, interna delle circa 20.000 persone che lo abitano;
5 – Si potrebbero così risparmiare quei 50 milioni di euro per il raddoppio della rampa, la cui utilità si fa fatica a capire, per destinare quelle risorse a ottimizzare quel tratto di E45. In particolare a partire dall’istallazione dei pannelli fonoassorbenti, con
relativa alberatura, l’ulteriore messa in sicurezza del tratto, migliorandone la segnaletica e riorganizzando lo svincolo est di Ponte San Giovanni.
L’impatto economico, sociale, urbanistico e dimensionale di quest’opera è rilevante e impone scelte altrettanto importanti anche sul piano politico da parte delle istituzioni, e richiede un coordinamento tra governo nazionale, regionale e i comuni coinvolti. Sì,
perché questa è un’opera che, ricadendo in gran parte su Perugia, ha soprattutto una rilevanza nazionale e avrà riflessi sul sistema di comunicazione stradale di ben cinque Regioni. Non può essere quindi ridotta ad uno scontro di uno schieramento politico contro l’altro!
La volontà politica del Comune capoluogo di Regione è stata positivamente espressa da una delibera del consiglio comunale del giugno 2022, votata in maniera trasversale da quasi tutti i partiti, dopo un confronto aperto a tutti i cittadini e forze sociali, economiche della città, svolto nel Consiglio Grande. Questa volontà è stata fatta propria dallo stesso governo della Regione Umbria, dalla Presidenza della Provincia di Perugia, oltre che dal sostegno di tante forze economiche e sociali della Regione e della stessa Camera di Commercio. Ora ci si attende, anche da questo passaggio elettorale, che il Comune di Perugia confermi questa volontà e magari proceda successivamente ad aggiornare il suo piano regolatore generale anche in modo funzionale alla realizzazione di quest’opera. I Comuni limitrofi convergano su questa scelta. La Regione mobiliti, a sostegno di quest’opera, la maggior parte delle forze politiche, economiche, sociali e sindacali dell’Umbria, ricercando le dovute convergenze e sostegni anche delle altre quattro regioni interessate per riattivare la giusta pressione e attenzione da parte del governo nazionale.
Dico riattivare, perché grave è stato l’errore commesso nel 2022 di spegnere quel “semaforo verde” che si era acceso nel Def 2023 del Governo Draghi per finanziare il nodino e l’aggiornamento del progetto preliminare per il secondo stralcio dell’opera fino
alla Pievaiola. Circa il presunto dubbio dell’Anas sull’utilità del “nodino”, c’è da dire che, negli incontri svolti con Anas, questo non si è mai manifestato. D’altra parte, sarebbe davvero strano che si finanzi con 10 milioni di euro un progetto definitivo se non lo si ritenga utile e l’utilità si ricava anche dagli studi sui flussi di traffico pubblicati dall’Anas stessa. Con essi si evidenzia che, con la realizzazione del “nodino”, si allontanerebbe dall’attuale tratto di E45 un notevole volume di traffico pari al 50% di quello pesante e 25% di quello leggero, attenuandone nel contempo e di conseguenza, l’effetto di pressione ed esondazione su Ponte San Giovanni.
Questa condizione di convergenza politica ed economica, è ancora più importante oggi, se si dovesse puntare a finanziare e/o cofinanziare con le risorse del fondo di coesione e sviluppo della UE il primo e più urgente stralcio dell’opera (“nodino”), per il quale da oltre un anno e mezzo è pronto il “progetto definitivo” con i relativi pareri positivi di impatto ambientale e paesaggistico.
Per questo sarebbe auspicabile, da parte delle due candidate a Sindaco, mettere al bando contrapposizioni sterili tra Destra e Sinistra o piantare bandierine di partito su questo progetto, per far prevalere, sulle chiusure ideologiche o preconcette, scelte pragmatiche e decisioni concrete, veloci e condivise nell’interesse comune di un’intera Regione, territorio, Città e quartiere e delle persone e imprese che ci vivono e lavorano.

*ex dirigente CISL Umbria, Vicepresidente del Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?”