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Intervista alla Sindaca: “Vi spiego il perchè delle lungaggini”. “Presto la card,  poi il museo della città”. A giugno iniziano le “rampe”. Le misure per la sicurezza

di Gabriella Mecucci

Da poco più di sei mesi al governo di Perugia, Vittoria Ferdinandi “fa notizia” in mille modi, persino riuscendo a convincere un aspirante suicida a scendere dal tetto. Gli apprezzamenti non mancano, ma nemmeno le critiche. Una personalità dirompente la sua, emersa sin dalla campagna elettorale: passione, cultura, idee forti, eloquio brillante. Tutto questo adesso si deve misurare con la politica del fare, con gli apparati burocratici, con gli ostacoli di una legislazione farragginosa. Dalla poesia alla prosa.

Vittoria, le piace fare la sindaca?

“E’ un’esperienza totalizzante che non lascia spazio alla vita privata. Pensi che trovo dei cittadini che mi aspettano la mattina alle 6 e mezzo al Frontone quando passeggio col mio cane. Hanno questioni importanti da sottopormi ed è legittimo quindi che chiedano risposte. La mia scelta professionale era già una chiara testimonianza che nel mio Dna c’è la propensione all’ascolto e alla cura degli altri. Fare la sindaca ne è la realizzazione più piena. Quindi, mi piace. Mi piace molto. Freud diceva che il mestiere dello psicanalista è impossibile, io, dopo quello, ne ho trovato un secondo ancora più impossibile, ma è bello e mi stimola. Questo non vuol dire che non ci siano anche difficoltà e frustrazioni”.

Quali sono le frustrazioni? Qual è la cosa più difficile di questo nuovo mestiere?

“Ciò che mi fa più soffrire è la lungaggine dei procedimenti per riuscire a realizzare le nostre idee, i nostri programmi. Ci sono parti del diritto amministrativo che sono scritte in modo ambiguo e che diventano un intralcio. Credo di essere dotata di un’intelligenza media, ma quando mi viene spiegato perchè una cosa non si può fare, spesso non riesco a comprenderne le ragioni. Era più semplice misurarsi con la Fenomenologia dello Spirito. Alcune lungaggini sono insopprimibili perchè legate alle garanzie democratiche, dobbiamo però trovare un modo per rendere l’ammistrazione più trasparente, più veloce ed efficiente. Altrimenti si diffonde fra i cittadini l’idea che non stiamo facendo niente. E, mi creda, non è così. Passi avanti anche piccoli richiedono un grande lavoro. La mia frustrazione più grande nasce dalla contraddizione fra il dovere della coerenza con le proposte che ho fatto e la lentezza con cui si riesce a realizzarle.  Il bagno di realtà nella macchina pubblica rende evidente questa strozzatura”.

Passiamo ai grandi temi amministrativi che dovete affrontare. Primi fra tutti la cultura e il turismo, visto che siamo entrati in un biennio straordinario che potrebbe rappresentare una svolta per l’Umbria e per Perugia: c’è il Giubileo e ci sono I centenari francescani. Arriveranno molti turisti ad Assisi, cosa fare perchè ne goda almeno in parte anche il capoluogo? 

“Francesco rappresenta una prodonda radice culturale dell’Umbria e la dobbiamo valorizzare. Giubileo e centenari francescani sono una grande occasione per approfondire l’identità dell’Umbria come regione della cultura, dello spirito, dei cammini.

L’ho detto anche al sottosegretario Mantovano nell’incontro che abbiamo avuto a Palazzo Chigi. Gli ho ricordato inoltre che è interesse anche del governo centrale  aiutarci: se riusciamo a realizzare una buona accoglienza dei flussi turistici, il risultato positivo gioverà all’intero paese”.  

Giusto, ma a Perugia cosa volete fare?

 In giunta abbiamo diviso le deleghe della cultura da quelle del turismo, perchè è certamente vero che una buona promozione culturale ricade positivamente sul turismo, ma è altrettanto vero che prima di tutto deve essere fatta per i cittadini di Perugia. Le due cose non sono in contraddizione, anzi. Per una città d’arte e dei saperi come la nostra va ricostruita un’identità culturale forte. Per questo ho deciso di affidarne il compito a Marco Pierini che è anche il vicesindaco. E’ stato un modo per sottolineare l’importanza che le attribuisco e  la volontà di raggiungere uno standing elevato. I primi passi per dar vita ad un Centro d’ Arte Contemporanea a Palazzo della Penna sono già stati fatti. Realizzare un progetto culturale di alto livello, non significa affatto però disconoscere tutta una serie di importanti associazioni che si muovono sul territorio di cui abbiamo ben presente il ruolo e il valore. 

Oltre al nuovo Palazzo della Penna, quali saranno le prossime realiozzazioni?

“Il lavoro che sta facendo la Galleria Nazionale, grazie prima a Marco Pierini e ora a Costantino D’Orazio, è straordinario. Vedere i numeri dei visitatori è entusiasmante: sono molto aumentati  i turisti, ma anche i residenti che la frequentano. Ora dobbiamo riuscire a far ricadere questo successo anche su gli altri importanti siti della città. Il Comune deve avere il ruolo di connettore. La card per i musei è una priorità. Il vicesindaco Marco Pierini ci sta lavorando. Entro fine mese verrà convocato un primo tavolo. 

La segnaletica turistica mi sembra buona e l’ufficio del turismo, che ora si trova nella biblioteca degli Arconi, presto verrà trasferito in un luogo più visibile e più facilmente raggiungibile. L’assessore Fabrizio Croce ha già individuate il posto e a breve entrerà in funzione il nuovo IAT: più adeguato da tutti i punti di vista. Questo è però solo un primo passo, nel medio-lungo periodo vorremmo realizzare anche un museo della città. In giro per il mondo ce ne sono di bellissimi, e anche  Perugia lo avrà”.

Capitolo trasporti. Sono iniziati i lavori per il metrobus e le strade intorno a Fontivegge sono semi bloccate, cosa intendete fare?

“Il primo impegno del mio lunedì è la cabina di regia del Brt. La realizzazione è molto faticosa, ma non possiamo non farcene carico. Dalla scelta fatta dalla giunta Romizi non era possible tornare indietro, come ho spiegato più volte. C’è da tener conto  che i lavori sono partiti con circa 12 mesi di ritardo a causa dei turni elettorali concentrati nel 2024. Stiamo cercando di minimizzarne l’impatto. Facciamo assemble per fornire tutte le informazioni: indichiamo ai cittadini con precisione le strade che vengono chiuse e i possibili percorsi alternativi. Gli incontri sono tutti partecipatissimi, In questa fase scontiamo purtroppo tutti gli effetti negativi e non vediamo ancora le ricadute positive. I lavori dovranno essere conclusi entro il 2026. Gli incontri di questi giorni possono rappresentare anche l’occasionie per parlare del futuro cambiamento”.

E quale sarà il futuro cambiamento?

“Non può essere che il capoluogo del cuore verde d’Italia sia la prima città d’Europa per tasso di motorizzazione. Questa non è più una questione aggirabile. Occorre ridurre la circolazione su auto e il funzionamento del Brt dovrà contribuire ad abbatterla altrimenti vorrebbe dire che resterà vuoto. Dobbiamo rovesciare la piramide della mobilità e investire su sistemi alternativi”.

In tutto questo che fine fanno le rampe? E il nodo e il nodino?

“Le rampe verranno fatte e i lavori dovrebbero partire a giugno. E’ l’unico progetto già finanziato e noi lo realizzeremo”

Ma la polemica sui ritardi da parte dell’opposizione divampa soprattutto sul nodo e sul nodino… E i cittadini di Ponte San Giovanni si fanno sentire…

“Quando vedo i consiglieri di opposizione organizzare sit in di protesta, mi domando perchè non hanno fatto niente in 10 anni di governo. E non solo loro: sono 23 anni che se ne discute ma l’ampliamento delle rampe verso Perugia lo faremo noi. Una volta realizzate renderanno più semplice e scorrevole l’accesso al capoluogo, ma purtroppo non risolveranno l’inquinamento di Ponte San Giovanni. Progetteremo allora, insieme alla Regione, il futuro delle infrastrutture. Se verrà giudicato utile – numeri alla mano – faremo il nodo. Ma sia chiaro che occorre pensare anche a investimenti su sistemi alternativi di ingresso a Perugia”.

E quali sarebbero I sistemi alternativi?

“Per esempio Fcu. E’ stato fatto dalla passata giunta regionale un grande lavoro su questa infrastruttura, è nostro compito valorizzare la metropolitana  di superficie che consentirebbe un accesso a Perugia da Nord.  Dobbiamo investire sulla mobilità alternativa, come consiglia il più moderno di tutti noi, cioè il novantenne Fabio Ciuffini. Perugia non può continuare ad essere invasa dalle automobili nei suoi spazi più belli. Questi devono essere preservati come luoghi di incontro e di vivibilità. Di un simile cambiamento si gioverà anche il piccolo commercio se saprà differenziare e qualificare la propria offerta. Il problema non è solo come si arriva al centro storico ma perchè ci si arriva. Un luogo bellissimo come l’acropoli di Perugia deve dare cose diverse rispetto ad un centro commerciale anche dal punto di vista merceologico, oltrechè della vivibilità. Se farà questo, in tanti sceglieranno di venirci.

Terza questione, la sicurezza. L’amministrazione comunale è al centro degli attacchi dell’opposizione:  Perugia diventerà Gotham City, come paventa qualche sito internet?

“L’opposizione su questo argomento fa una campagna di disinformazione e di delegittimazione continua. Non c’è più limite: io vengo dipinta come Joker, la città come Gotham City e questa amministrazione è in qualche modo accusata di tutelare i criminali. Tutto ciò non è solo falso, ma oltraggioso. E va contro le istituzioni e gli interessi della città. La questione sicurezza va  affrontata in tutta la sua complessità”

Bene, affrontiamola allora.

“Perugia come tutte le medie e le grandi città d’Italia e d’ Europa ha un problema di sicurezza decennale che è il risultato anche della crescita delle diseguaglianze, delle marginalità e del disagio sociale. Dal primo giugno del 2023 al primo luglio 2024 sono aumentati i reati di droga, quelli verso la persona e i furti. Questi dati sono stati forniti da Raffaele Cantone e da Sergio Sottani non da me. Faccio notare sommessamente che nel periodo in questione non governavamo noi. Lo dico non per delegittimare l’operato dell’amministrazione Romizi, ma per far notare che l’ergersi da parte del centrodestra a campione dell’ordine pubblico, a sperimentatore di soluzioni super efficaci, è ben lontano dalla realtà. Le cose non stanno così. Per la sicurezza occorre costruire una stategia integrata”.

Mi spieghi di cosa si tratta. Significa non fare politiche repressive?

“Questa è pura propaganda. Al contrario stiamo lavorando in stretta collaborazione con chi mette in atto le politiche repressive: carabinieri, guardia di finanza, polizia. Questa amministrazione, che si vuol far passare come ostile alle forze dell’ordine, sta mettendo in atto una grande quantità di attività di vigilanza su Fontivegge. Innanzitutto abbiamo chiesto, insieme al Prefetto e alle altre autorità, al governo di aumentare gli organici delle  forze dell’ordine. A partire da febbraio ci sono già tre pattuglie in più dei carabinieri che sorvegliano il territorio. E’ nostra intenzione spostare il comando municipale dei Vigili urbani a Fontivegge e abbiamo inoltre accresciuto di sette unità l’organico della polizia locale. Quanto al teaser non l’ho detto io che è pericoloso,  ma istituzioni quali l’Onu, Amnesty International e le autorità sanitarie che lo hanno equiparato ad uno strumento di tortura e definito a rischio di letalità tanto che ne hanno chiesto il ritiro. Abbiamo quindi deciso di non usarlo più. Per bloccare chi delinque introdurremo il Bola Wrp che impedisce la fuga avvolgendo e immobilizzando le gambe con una corda. Non siamo i soli ad averlo scelto: lo stanno sperimentando parecchi Comuni fra i quali Pavia. La polemica sul fatto che togliendo il teaser,avremmo indebolito la capacità d’intervento degli agenti e la loro stessa sicurezza è dunque irricevibile. Li doteremo infatti di un mezzo efficace senza essere pericoloso”.

Perchè avete tolto la norma sull’accattonaggio molesto?

“Nel codice penale è già presente il reato di accattonaggio molesto e ci resta. Non è certo in nostro potere eliminarlo. La norma amministrativa si sovrapponeva dunque a quella già esistente nel diritto penale non fornendo però le stesse garanzie. Si creava così un “diritto penal amministrativo della diseguaglianza” – la definizione è di Stefano Rodotà. Inolltre questa misura, introdotta nel 2014 è stata applicata pochissime volte. Non è servita praticamente a niente. Ma c’è di più: è inaccettabile l’equiparazione fra l’esssere mendicante e l’essere molestatore che il centrodestra tende a fare. Spesso alcuni suoi esponenti criminalizzano o cercano di rendere invisibile la marginalità. Penso, al contrario, che occorra dare risposte concrete al disagio sociale, alla povertà”.

E voi date risposte?

“Per le cose su cui siamo competenti cerchiamo di farlo e abbiamo già ottenuto I primi risultati. Le porto un esempio: l’assessore Costanza Spera ha iniziato il suo mandato riuscendo a tenere aperti i ristori anche in agosto, mentre prima rimanevano chiusi. Ha evitato così che un certo numero di persone, private di servizi imprescindibili ,finisse col lavarsi nelle fontane pubbliche con grande scandalo dell’assessore Pastorelli che si era limitata però alla denuncia. Spera ha messo insieme inoltre circa 600mila euro con i quali aumentare i posti letto nei ristori, e forse riuscirà ad aprirne uno in più”.

In conclusione, lei ha fatto una lista che si chiama “Anima Perugia”, qual è l’anima di Perugia?

“Era importante riaccendere la voglia di trovarla. La ricerca è aperta.

Avete aperto il cantiere dell’anima?

“Non è male come definizione”.