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di Porzia Corradi

A Perugia le fughe di notizie si erano già verificate ben prima che Cantone iniziasse l’indagine sul dossieraggio che tiene l’Italia col fiato sospeso. Un cancelliere aveva fatto ben 1.800 accessi illegali ad una banca dati. Di questi 288 riguardavano sanitopoli, l’inchiesta che portò alla liquidazione di Catiuscia Marini e al processo tutt’ora in corso. In mano a chi sono finite quelle carte e perchè desiderava tanto averle? Il cancelliere in questione è stato processato, ha patteggiato e se l’è cavata con una pena mite. La notizia la dà con grande evidenza il quotidiano “La Verità”. Il giornale fornisce poi altri particolari: vennero rintracciati e diffusi anche documenti sul caso del calciatore Suarez e del suo esame di italiano all’Università per Stranieri.
Queste continue fughe di notizie non invalidano le indagini fatte: le verità giudiziarie le forniranno i processi ancora in corso e le sentenze. Ma simili episodi fanno nascere più di un sospetto sull’uso che è stato fatto di quelle carte segrete. Sono state diffuse ad arte per alimentare alcune virulente campagne stampa? Non c’è dubbio che queste ci furono e durarono a lungo. Sanitopoli, come è noto, determinò un gigantesco terremoto elettorale con tanto di pesantissima sconfitta dellla sinistra, di trionfo della Lega e di Donatella Tesei. Per mesi e mesi uscirono notizie di tutti i tipi sullo scandalo sanità, molte delle quali non erano legalmente rilevanti, ma utili però a danneggiare pesantemente l’immagine degli indagati. Tanto è vero che ci fu un appello di ben 42 fra docenti universitari e primari ospedalieri a cui si aggiunsero una decina di giornalisti per chiedere di abbassare i toni. A
distanza di quasi cinque anni non è ancora prossima la conclusione del processo a Catiuscia Marini, a Gianpiero Bocci e ad alcuni dirigenti sanitari. Ma le sentenze da parte dell’opinione pubblica vennero già pronunciate allora, fra la primavera e l’estate del 2019.