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di Gabriella Mecucci

Come potrà il sindaco di Foligno continuare a dare il patrocinio ad una manifestazione filo Putin, dopo la morte di Navalny? Questo ci domandavamo prima del 25 febbraio. Eppure il primo cittadino Stefano Zuccarini (vicino alla
Lega) lo ha fatto. C’erano in piazza gli ucraini a protestare contro la proiezione del film “Il testimone”, c’erano esponenti dell’opposizione, ma lui ha mantenuto ferma la sua ingiustificabile scelta. E’ andato oltre la provocazione salviniana. Ha dato ragione a Moreno Pasquinelli, uno a cui piacciono tutti i dittatori. Indimenticabile la sua solidarietà con Saddam. Il “testimone” è un film assolutorio verso i crimini commessi dalle truppe russe d’invasione. E l’Occidente, senza alcuna eccezione, attribuisce al Cremlino la responsabilità della morte del grande oppositore del regime. Ma il Comune di Foligno ha appoggiato una manifestazione patentemente filoputiniana. E’ una
vera vergogna. L’amministrazione aveva dato parecchi giorni fa il patrocinio alla proiezione. Subito si erano levate le proteste – prima fra tutte quelle della comunità ucraina e poi dell’opposizione. Ma il sindaco di centrodestra aveva reagito dicendo: “Non censuriamo nessuno”.
E ha mantenuto il punto. La Meloni da sempre a fianco dell’Ucraina, e il suo pupillo locale Emanuele Prisco perché non hanno fatto niente per evitarlo? Fra qualche mese si presenteranno con un candidato sindaco che è entrato
in rotta di collisione con la politica del governo italiano, dell’Unione Europea e dell’intero Occidente.
La proiezione de “Il testimone” era stata già tentata in altre città italiane. In alcune è stata bloccata, in altre si è tenuta in circoli privati. Da nessuna parte ha avuto il patrocinio, il logo e una sala del Comune. E tutto ciò è avvenuto dopo che il nostro capo del governo ha detto che l’Italia appoggerà l’Ucraina sino in fondo e dopo che Putin ha ucciso Navalny.
E sia chiaro, la proiezione del 25 febbraio non è solo responsabilità degli amministratori folignati, ma anche dei governanti umbri e nazionali. Il tutto è avvenuto, purtroppo, anche nel totale silenzio del centrosinistra regionale che ha lasciato i suoi rappresentanti folignati ad opporsi in totale solitudine. E non ci si aggrappi – come ha fatto Zuccarini – alla libertà di espressione e di riunione. Garantirla non significa patrocinare i film finanziati da una feroce dittatura.