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di Gabriella Mecucci

“I capi devono essere eleganti e durare nel tempo”, “sono costosi e di qualità e per questo hanno bisogno di manutenzione”, detto in due parole: “Riparare per non buttare”. È questo uno dei cardini delle produzioni made Cucinelli, e la sua azienda è altamente specializzata proprio nel “recupero”: mani abilissime riportano abiti, giacche, tessuti all’iniziale qualità e bellezza. La pratica fa parte dell’economia circolare, della moda green: un percorso che alcune qualificate case del fashion hanno imboccato da tempo. È un’opera meritoria, ma anche un business che “tira”.
Rifuggire la logica dello scarto e preferirgli quella della conservazione, del ripristino è un impegno che il “re del cachemire” porta avanti anche in altri campi. Sta alla base, ad esempio, dell’ intervento di restauro di monumenti, di borghi, di paesaggi. Se questa è la “filosofia” che lo ispira, vediamo quali sono i frutti. Numerose le realizzazioni, quasi tutte utilizzando l’art bonus.

Tre le tipologie

Restauro dei borghi
Il primo, più importante investimento è stato quello su Solomeo. Era un paesino di poche centinaia di anime con un armonioso panorama collinare, ma non particolarmente bello dal punto di vista architettonico e urbanistico. Ora è un un capolavoro di buon gusto. Ha un delizioso teatro, ha il foro delle arti, ha il giardino, ha tutte le facciate sapientemente risistemate così come il castello e l’antica chiesina di San Bartolomeo. La piazzetta e le vie principali sono piene di fiori con il rosso come colore dominante. E, ai piedi della morbida altura, i fabbricati dell’azienda Cucinelli sono bassi e ben disegnati, ma soprattutto immersi nel verde e circondati da rose bianche. Un cura dell’estetica che rende l’intera zona ben diversa dalle periferie industriali di altri paesi dell’Umbria come dell’Italia. Quello che è stato definito il “borgo dello spirito”è diventato davvero un piccolo paradiso. A questi interventi si sta aggiungendo il restauro in corso di una villa settecentesca dove avrà sede la biblioteca universale che verrà terminata entro il 2024.
Il secondo esperimento di recupero di un borgo intero si svolgerà in Valnerina: Cucinelli infatti ha già presentato il progetto per ricostruire Castelluccio di Norcia, paese appollaiato su un’altura che guarda il Pian Grande e il Pian Piccolo. Da qui in giugno- luglio si può ammirare uno dei più raffinati e originali spettacoli che la natura riesca a mettere in scena: la fiorita delle lenticchie immerse nel rosso dei papaveri e nell’azzurro dei fiordalisi. Una festa di colori e di bellezza con tutto intorno le montagne dell’Appennino. La ricostruzione del futuro borgo comprende una piazza con la fonte, un grande teatro, parcheggi e molto altro. Cucinelli ha regalato il progetto e probabilmente si occuperà anche degli spazi e delle architetture pubbliche. Non si sa ancora con precisione però cosa farà concretamente. Per Castelluccio anche la Regione Umbria ha “messo a terra”, parole di Tesei, un progetto che richiederà per la sua realizzazione ben 68 milioni. Vedremo se i due soggetti riusciranno a coordinarsi e quali saranno i tempi necessari per realizzare la ricostruzione. Tempi che rischiano però di essere lunghi: “quelli italiani”, ha detto Cucinelli.

Restauro dei monumenti
Perugia e la Valnerina sono i luoghi dove sono stati realizzati, negli anni recenti, gli interventi più qualificati e più numerosi. Nel capoluogo il primo restauro è stato quello dell’Arco Etrusco, costato circa un milione e mezzo. E’ il monumento che incarna la radice più antica e profonda della città. Si tratta di un’architettura di grande forza e bellezza, testimonianza di una civiltà capace di costruire opere che richiedono conoscenze, intelligenze, fatiche fisiche straordinarie. Tutto questo è scritto nel Dna dei perugini. Tolta la patina di nero, la porta d’ingresso è tornata ad essere luminosa e accogliente, come la vollero i nostri lontani antenati. Ed è lì a testimoniare la grande civiltà che l’ha prodotta.
Il secondo intervento ha riguardato il Morlacchi e ha restituito una struttura ottocentesca molto bella al godimento degli abitanti che hanno anche la fortuna di avere, ormai da molto tempo, una stagione e una produzione teatrale di eccellente qualità, alla quale rispondono con grande partecipazione. Il restauro si è svolto in due stralci ed è costato complessivamente 1,7 milioni. Il Morlacchi è il teatro più grande e più bello di Perugia, fatto costruire dalla borghesia in risposta all’aristocrazia che disponeva del Pavone.
Il terzo intervento è avvenuto su San Lorenzo, la Cattedrale del capoluogo, di cui Cucinelli ha finanziato il restauro insieme all’Eni, mentre una parte dei fondi provengono dal bonus facciate. Dulcis in fundo, l’annuncio di qualche giorno fa: in settembre inizieranno i lavori di risistemazione della parte urbana dell’acquedotto medievale. Costeranno 500mila euro. Resteranno poi da recuperare le arcate che torreggiano nella campagna intorno a Perugia. Non tutte purtroppo, molte infatti sono finite in rovina a causa di un’incuria protrattasi troppo a lungo. Un vero peccato non riuscire a salvare completamente un’opera straordinaria, la cui costruzione iniziò nel 1284. Si tratta di quello che nel trecento venne considerato una sorta di “prodigio” idraulico, grazie al quale i perugini riuscirono “a mandare l’acqua per l’insù”.
Numerosi anche gli investimenti nella Valnerina post terremoto. Già terminato il recupero della Castellina, la rocca cinquecentesca fatta costruire a Norcia da Papa Giulio terzo a difesa dello stato della Chiesa. Al suo interno ci sono il museo civico e quello della Curia. Finito da tre anni il restauro della Torre civica del Palazzo comunale che si erge sulla piazza principale della città. Il restauro è stato finanziato da Cucinelli insieme all’imprenditore californiano Marc Benioff che volle presenziare al taglio del nastro in pieno Covid (dicembre 2020) per ascoltare il suono delle campane della torre. È stato da poco assegnato infine l’appalto per il teatro, il cui costo preventivato è di 1,7 milioni.

Restauro del paesaggio
La grande area dell’ex Sicel, fabbrica di prefabbricati che fu di Spartaco Ghini, piena di scheletri di capannoni dismessi, è stata acquistata da Cucinelli e ora sono in corso i lavori di bonifica. Le costruzioni fatiscenti sono già state abbattute. Poi inizierà la totale risistemazione. Questa parte di zona industriale abbandonata diventerà il luogo di stoccaggio dei prodotti dell’azienda: i magazzini saranno spostati da Solomeo, dove è complicato far arrivare i camion, nel nuovo sito dotato di ampi spazi di verde e di giardini. L’investimento milionario renderà il paesaggio nei pressi di Perugia molto più gradevole, eliminando le brutture che l’hanno deturpato per anni.
Il secondo intervento, che ha già cambiato e continuerà a cambiare un ampio territorio vicino a Solomeo, è quello che ha riguardato i cento ettari di parco agrario che comprende terreni coltivati e frutteti. A questi più di recente si sono aggiunti 7 ettari di vigneti, piantati a onde come un giardino rinascimentale.
Brunello Cucinelli con i suoi ormai numerosi interventi, passo dopo passo, restituisce a chi ci vive un’Umbria “restaurata”: la regione già bella del suo, ma che in passato ha subito più di un oltraggio, sta diventando così più accogliente e affascinante.

Recuperare luoghi e monumenti significa anche riappropriarsi della storia, della cultura, della memoria collettiva di un territorio. Serve a contrastare la tendenza a schiacciare tutto sul presente come troppo spesso accade oggi. Non è solo una restituzione di bellezza, ma anche d’ identità. I beni “restaurati” ci fanno “ritrovare” le radici profonde della regione. E quindi anche di noi stessi