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Nuovo stadio: petrodollari e smentite Indiscrezioni parlavano di manovre imbarazzanti. L’intervento del sindaco
Il sindaco di Perugia smentisce seccamente le tante illazioni uscite sul progetto di nuovo stadio. Le definisce “racconti fantasiosi che mi vedrebbero al centro di piani oscuri segreti”. Non esistono progetti da usare come “trampolino” per la sua futura carriera politica: tali, imbarazzanti riscostrurzioni risultano “lesive della dignità”. Nell’articolo che segue avevamo chiesto al sindaco un intervento chiarificatore o una smentita secca dei tanti rumors che circolavano. La sua risposta è un contributo importante alla trasparenza del dibattito pubblico sul futuro del Curi.

di Gabriella Mecucci

Indiscrezioni a getto continuo sul futuro del Perugia e del possibile nuovo stadio. Una girandola di rumors che potrebbe mettere a rischio la vendita del Grifo. È così? Non si sa, ma ricostruiamo le voci a partire dall’inizio. Che Santopadre se ne vada è cosa certa. Gli acquirenti li avrebbe trovati Luca Benigni, professionista romano molto blasonato. Sarebbero i titolari di una holding petrolifera italiana: si tratta di Rocco Santopietro, imprenditore lucano, e di Maria Suomy Monsellato, imprenditrice pugliese. Dietro questa cordata ne spunterebbe un’altra ancora più potente che parte dal Bahrein e passa per Londra. La complessa operazione doveva avvenire entro giovedì, ma per ora nessuna conferma ufficiale. Anzi, notizie di una frenata. E allora non resta che proseguire a suon di voci. Santopadre dovrebbe ricevere per vendere la società intorno ai 5 milioni di euro e altri cinque ce ne sono di debiti. Occorre poi fare subito una serie di spese, dall’iscrizione al campionato all’acquisto di calciatori, che vengono valutate intorno ai 10 milioni. Complessivamente dunque gli acquirenti dei Grifoni dovranno investire subito una ventina di milioni.
Ma il business non finisce qui, questa sopra descritta rappresenterebbe solo un’anticipazione. La cordata avrebbe presentato al sindaco Andrea Romizi anche una mega proposta di nuovo stadio che richiederebbe un investimento di 130milioni, il doppio del progetto in precedenza affossato. Nel nuovo Curi dovrebbero essere ubicati importanti servizi: un centro contro gli infortuni sportivi e uno di formazione, nonché un convitto universitario, un albergo e altro.Progetti giganteschi, cifre da capogiro a cui è difficile credere sino a quando non verranno ufficializzate. E anche grandi promesse: lo stadio verrà terminato in in due anni e entro cinque anni i Grifoni torneranno in serie A. E sembra ci sia di più: persino l’impegno a far diventare Romizi presidente della Regione al posto di Tesei. E questo rumor richiede un supplemento di scettica prudenza perché, se fosse vero che è scritto in un documento – come accredita il Corriere dell’Umbria – allora si potrebbe trattare di un reato. E comunque le cose sono andate così avanti che il sindaco di Perugia deve fare chiarezza. Convochi il Consiglio comunale e dia una spiegazione o faccia una secca smentita. Altrimenti questa vicenda, già dall’inizio confusa e poco trasparente, diventerebbe grave. Anzi, gravissima.
Tre sono le ragioni per cui alcune fra queste anticipazioni potrebbero essere credibili. La prima è che il mondo arabo è deciso ad entrare massicciamente nel mondo del calcio come testimoniano i recenti interventi sul mercato. La seconda è che Luca Benigni è un professionista importante che gestisce grandi affari nazionali e internazionali. La terza ragione riguarda la causa principale che ha indotto il Comune di Perugia a bocciare la precedente cordata, e cioè il fatto che ne era esclusa completamente la società di calcio, che ora invece è entrata nel business.
Tanto è dovuto ai lettori per informarli delle voci che si rincorrono. Per il momento viaggiamo nel mondo dell’incertezza e solo il tempo ci dirà se queste anticipazioni diventeranno realtà. E come e quando lo diventeranno.Questa vicenda rischia di diventare non solo discutibile ma anche pericolosa.