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di Giuseppe Vittori

In ogni elezione, da quelle politiche a quelle amministrative, ognuno la racconta come gli pare. Tutti vincono e sono tutti gli altri a perdere. Ma ogni volta le urne parlano con i numeri. Ed a quelli si deve guardare. Numeri che vanno letti e confrontati. Ebbene, se ci riferiamo ai risultati umbri di questa ultima tornata elettorale un dato balza agli occhi: la Lega di Salvini in poco meno di un lustro ha dilapidato un patrimonio di voti che l’aveva portata a numeri impressionanti; a raggiungere in molti centri umbri, grandi e piccoli, maggioranze, come si dice, “bulgare”. Leggendo i numeri, oggi in Umbria la Lega non esiste più. A Terni, dove aveva sbancato con Latini nel 2018, ora a malapena arriva al 4 per cento. E se vincesse Bandecchi – secondo alcune simulazionli – potrebbe non entrare in Consiglio comunale. A Corciano poi nemmeno arriva al 2 per cento. Conserva un peso solo ad Umbertide dove però ha il sindaco. Pensare che i in Umbria la sinistra, PCI-PDS-DS-PD, ci ha messo cinquanta anni a dissipare il suo “capitale di voti” che le ha permesso di governare indisturbata per decenni.
La diretta conseguenza di questa catastrofe elettorale della Lega è una ed una sola: in Umbria c’è una Presidente di Regione, Donatella Tesei, senza più un partito. Quel partito che alle eegionali di appena tre anni e mezzo fa le aveva garantito la sua straordinaria affermazione (eletta con il 57,5 % dei voti), ed aveva portato a casa 8 consiglieri regionali sui 12 espressi dalla maggioranza ed un abbondante 37 per cento. Con i numeri di oggi la Lega non eleggerebbe nemmeno un Consigliere regionale.
Come farà, dunque, il “capitano” – ora che praticamente non ha nemmeno i voti per eleggere l’amministratore di un condominio – a rivendicare e ribadire (visto che lo ha già formalmente detto in svariate occasioni nel corso delle sue recenti presenze in Umbria) la ricandidatura della sua pupilla Donatella Tesei alla guida della Regione per le elezioni regionali del prossimo anno?
Se si considera che il senatore e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Franco Zaffini, forte della impetuosa crescita del suo partito nelle elezioni politiche dello scorso mese di settembre, ha imposto la cacciata del sindaco leghista di Terni, Latini, che pure governava con Assessore al Bilancio (quel Masselli che ieri ha raccolto appena il 35 per cento e che ora se la vedrà con lo scoppiettante populista Stefano Bandecchi) ed altri assessori di FdI, allora appare molto, ma molto complicato che lo stesso Zaffini ora coopti in FdI Donatella Tesei per poterla ricandidare. Quella Tesei che in questi anni ha tenuto fuori dalla Giunta regionale proprio Fratelli d’Italia. Scelta che ha sempre fatto dire a Zaffini che questa anomalia lo avrebbe liberato dal dover sostenere nel 2024 la ricandidatura della Tesei.
Suscita tenerezza il goffo tentativo di qualche “maitre a penser” della Tesei che ora scarica sugli assessori regionali tutta la responsabilità della pessima performance elettorale di Orlando Masselli a Terni, imputando loro, alla loro assenza da Terni, la responsabilità del brutto risultato elettorale, che rischia di trasformarsi in vera e propria catastrofe al ballottaggio del 28 e 29 maggio, se Bandecchi riuscisse nel colpaccio di divenire il prossimo sindaco di Terni. Intanto è una clamorosa bugia che gli assessori regionali a Terni sono mancati perché due addirittura ci vivono, Paola Agabiti Urbani ed Enrico Melasecche. Quest’ultimo non presente, ma presentissimo nel corso della campagna elettorale, ed ha inondato la città di comunicati stampa, promesse, inaugurazioni e chi più ne ha più ne metta. Ci è mancato solo che Melasecche inaugurasse pure la rasatura del pratino della rotonda stradale di Borgo Bovio. Così come mai è mancata la presenza di Donatella Tesei ad ogni iniziativa elettorale di rilievo. E se non fossero bastati gli assessori regionali, nemmeno sono mancati i Ministri del Governo Meloni. Mai nella sua storia Terni ha visto la presenza di così tanti Ministri (Salvini, Tajani, Abodi, Giorgetti, Lollobrigida, Sangiuliano, Santanchè, Schillaci, Urso) che sono venuti a promettere la qualunque, dal nuovo ospedale, a nuove strade, palazzetti dello sport, nuovi musei eccetera, eccetera, eccetera.
Ma tutto ciò non è bastato. Segno evidente che i cittadini, a Terni come ovunque, non si lasciano più ammaliare da promesse, visite, sfilate, ma guardano alle cose concrete. Per esempio guardano alla sanità. Guardano ai servizi che toccano la carne viva di ciascuno. E Terni è la plastica dimostrazione della pietosa condizione in cui versa la sanità regionale. Ed a poco servono le continue conferenze stampa per illustrare fantomatici programmi di riduzione delle liste d’attesa.
Anche se l’informazione locale filogovernativa (ormai la quasi totalità dei mezzi di comunicazione in Umbria, Rai compresa, che nell’ultimo mese, ha trovato il modo di infilare la presidente Tesei ogni giorno in ogni tg) mette in scena la “narrazione” voluta, ed in parecchi casi imposta, dalla destra la verità delle cose, anche quando la realtà che tutti toccano con mano è altra. E la realtà racconta del fallimento del governo regionale nella gestione di quello che è il suo principale “asset”, la sanità appunto. E di conseguenza nel segreto dell’urna i cittadini dicono la loro…e dalle urne è emerso un dato chiaro ed inequivocabile: in Umbria oggi tutto è tornato elettoralmente contendibile, da Terni ad Umbertide, e poi verranno Perugia e tanti altri Comuni, le elezioni europee e le regionali. Insomma, il prossimo anno in Umbria ne vedremo delle belle… Contendibile solo se il centrosinistra smettesse di fare sciocchezze come quelle di Terni.
Ps. Se Atene piange Sparta non ride…vale a dire che un altro mezzo disastro lo sta facendo in Umbria la sinistra (cui dedicheremo un prossimo articolo) incapace di saper cogliere le difficoltà del centro destra, ed altrettanto incapace di riuscire a liberarsi nei vari territori come Terni e Umbertide di cacicchi e capi bastone (così tanto odiati dalla neo segretaria nazionale del PD Schlein) che, dopo aver ridotto all’inconsistenza il proprio partito e la sinistra umbra, continuano, con il loro attivismo e protagonismo, a fare danni!