di Gabriella Mecucci
Che c’entra Pinocchio coi Beatles e tutti e due che c’entrano con Perugia? Perché mai dovrebbero stare insieme? Che cosa li unisce? Domande scontate, eppure nella mostra di Franco Prevignano non c’è nulla di scontato. Incamerato un successo di pubblico e chiusi i battenti, è tempo per riflettere sul tentativo di dare voce, musica e volti ad una sfrenata fantasia. Di farla diventare una realizzazione concreta e, insieme, un progetto futuro
Prevignano è un fotografo curioso, un perugino d’azione con lo sguardo sul mondo. Uno a cui piace rompere gli schemi. E questa volta li ha fracassati tutti dando visibilità alle sue passioni. Ha sognato e rappresentato il possibile incontro fra il burattino più famoso e i geni musicali di Liverpool. Un appuntamento fantastico da cui è nato Pineye, la versione anglicizzata di Pinocchio.
Un grande e appassionato esperto di Collodi, tal Gianmaria Lampredozzi – racconta il catalogo della mostra – dopo anni e anni di ricerca, scoprì alcuni documenti che attestavano la volontà dei Beatles di realizzare un concept album con al centro le avventure di Pinocchio. Queste carte sono poi finite fortuitamente nelle mani di Prevignano.
Tutto inventato: Lampredozzi non è mai esistito, così come i documenti di cui si favoleggia. Quanto ai Beatles non si sa nemmeno se abbiano mai letto il libro di Collodi. Ma da questo fantasioso imbroglio sono nati una mostra e un catalogo (“il primo libro che suona e canta”) originali che raccontano a modo loro le avventure di Pinocchio. Trama, immagini e parole delle canzoni sono di Franco Prevignano. Musiche e voci di Fulvia Di Carlo e Eleonora Seppoloni. Certo non sono i Far Four, nè pretendono di esserlo. Di quelli ne nascono – se tutto va bene – uno a secolo. Ma la colonna sonora ricorda le loro composizioni. E’ alla loro maniera.
Quali sono le ragioni di questa fiction che fa finta di nascere da una storia vera? E perché scegliere l’inesistente incontro fra i Beatles e Pinocchio?
Risponde Prevignano: “Sono le mie due più grandi passioni: la mia lettura preferita da bambino e le musiche che ho più amato sin da ragazzo. E poi i Beatles e Collodi sono entrambi espressione di una scintillante creatività. E allora mi sono detto: perché no? Nella storia del rock ci sono stati molti concept album: perché non immaginare come avrebbe potuto essere un simile prodotto con al centro le avventure del burattino rivisitate musicalmente dai Beatles? E poi mi sono detto: perché non provare a farlo? Il marchingegno letterario di inventarsi documenti e scritti precedenti da cui trarre la storia che si vuol raccontare, è stato usato più volte: basti pensare ai Promessi Sposi. Tutto inizia con Lennon che legge al figlio le avventure del burattino”.
Così è partita l’avventura. E poi?
“Ho pensato subito che occorresse una rilettura di Pinocchio che lo riproponesse introducendo una qualche originalità. La prima idea è stata quella di costruire una favola negativa. Tutti i personaggi sono peggiori di quelli raccontati da Collodi: Il gatto e la volpe sono di gran lunga più mascalzoni e persino la fata turchina non è la donna angelicata, ma una prostituta. Il mio Pineye infine non reincontra Geppetto, ma muore trascinato dal pescecane. La seconda idea contiene un richiamo ecologico – il grande tema del nostro tempo. Nei suoi ultimi minuti di vita Pinocchio sogna di ricongiungersi al grande albero che era stato suo padre”.
Una favola nera con un finale green?
“Sì, forse si può definire anche così. Dopo aver trovato una rilettura che mi convinceva e che lo legava all’attualità, ho fatto i ritratti dei personaggi – i cui volti sono forniti da conoscenti perugini – e infine ho scritto i testi delle canzoni. Mancavano le musiche e le voci..”
E qui arrivano Fulvia e Elenora..
Risponde Fulvia Di Carlo che è una compositrice e una cantante oltrechè una psicologa: “Pe me è stata la realizzazione di un sogno. Ho incontrato i Beatles nell’adolescenza. Quando Franco mi ha raccontato il suo progetto e mi ha detto che aveva già scritto i testi delle canzoni, ma che occorreva scriverne le musiche cercando di ricreare le atmosfere dei Beatles, è stato un invitato a nozze. Sono cresciuta dentro quelle sonorità, a con quelle mi sono formata”.
Risponde Eleonora Seppoloni, musicista e cantante, più giovane di Franco e Fulvia: “Io conosco i Beatles per averli ascoltati, ma non sono immersa nelle loro sonorità. Per me quindi è stata una vera sfida difficile da raccogliere”.
La mostra è stata un successo, ma ora che fare di questo prodotto che ha richiesto tanto lavoro?
“E’ stato un impegno – risponde Prevignano – ma anche un divertimento. Adesso cercheremo di farne un musical. Manderemo in giro il catalogo e speriamo di trovare qualcuno disposto a investirci. Io sono profondamente convinto che l’idea è buona. Penso che se fossero stati i Beatles a realizzarla, sarebbe stato un capolavoro assoluto. Noi proveremo a lavorarci”.