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di Gabriella Mecucci

Il progetto del nuovo Curi anima la discussione politica di tarda primavera. E ha già determinato una divisione interna alla maggioranza di Palazzo dei Priori. Progetto Perugia, la lista di centrodestra che conquistò più voti alle elezioni amministrative del 2019, ha infatti preso le distanze dal mega stadio. Il 24 giugno il Comune avrebbe dovuto decidere se dare o no disco verde al nuovo stadio, ma si è deciso di rinviare. E probabilmente questa scelta è dovuta anche alle divisioni che agitano sull’argomento la coalizione. Anche Il Pd – il partito più forte dell’opposizione – che pure ha criticato il project, è stato giudicato da alcuni settori della società perugina un po’ troppo possibilista. Sauro Cristofani, leader dei democratici del Comune di Perugia, difende le scelte del suo partito e “incassa” con eleganza le divisioni interne alla maggioranza di Palazzo dei Priori.

Cristofani, cominciamo proprio dalle critiche verso di voi: c’è chi avrebbe voluto da parte vostra un secco no, senza se e senza ma. Siete stati troppo blandi?
Dire no è la cosa più semplice del mondo. Noi siamo un partito di governo che oggi sta all’opposizione, ma che non si limita certo alla protesta. Prendiamo in seria considerazione le proposte: le studiamo, le critichiamo e avanziamo le nostre. Del resto, quando noi amministravamo la città, accettammo un confronto su questo tema con Gaucci. Credo che ci siamo comportati dunque con equilibrio ponendo tre condizioni per accettare la costruzione del nuovo Curi. E abbiamo ottenuto un primo obiettivo: siamo riusciti ad aprire una discussione pubblica. La giunta Romizi non l’aveva promosso e di questo la rimproveriamo: l’intera faccenda era passata quasi del tutto sotto silenzio. Dopo il nostro intervento è iniziato finalmente il confronto. Prima non c’è stata alcuna partecipazione, la comunità perugina non si era potuta esprimere. Mi sembra un primo, significativo risultato”.

Mi scusi, ma prima di entrare nel merito, mi risponda ad una domanda secca: c’è proprio necessità di fare un nuovo stadio?
“Il Curi è una struttura vecchia, a cui mancano alcune caratteristiche irrinunciabili. Un serio ammodernamento è indispensabile”.

Di che cosa ha bisogno?
“Ormai non c’è stadio che non sia coperto per evitare agli spettatori di infradiciarsi qualora piova. E le poltroncine per sedersi un po’ più comodi sono irrinunciabili. Non si possono negare questi e anche altri cambiamenti. In generale è giusta l’osservazione di chi dice che una mega struttura come uno stadio non può essere utilizzata solo per un numero ridotto di giorni. Quindi sul Curi andrebbe fatto comunque un importante intervento”.

Non sarebbe meglio realizzare questo, anziché costruire una nuova struttura che potrebbe minacciare Pian di Massiano, polmone verde di Perugia?
“Guardi che i paletti da noi posti, vengono proprio incontro a questa sua osservazione. Innanzitutto infatti chiediamo che le volumetrie non debordino rispetto a quelle attuali e che si discuta cosa ci va dentro al nuovo stadio. No, quindi, ad un ampliamento fuori misura che snaturi il Pian di Massiano. Anche perché il Comune ha nel recente passato dato autorizzazioni per tre nuovi centri commerciali in quella zona. Non si può accettare, ad esempio, che la costruzione del nuovo Curi significhi riempire l’area di attività che provochino uno sconsiderato aumento del traffico. Vigileremo, insomma, affinché non venga alterata la vocazione verde, sportiva e del tempo libero di Pian di Massiano”.

Il secondo paletto?
“Che i soldi messi dal Comune non superino quelli che avrebbe dovuto spendere per l’ammodernamento del vecchio Curi. Il resto lo devono mettere i privati”.

E quanto sarebbero gli investimenti da fare?
“Non dispongo di calcoli precisi. Si parla di un costo complessivo di 70 milioni. La quota del Comune dovrebbe aggirarsi fra gli 8 e i 10 milioni. Ma tutto questo va seriamente approfondito”.

Il terzo paletto?
“Che i posti più popolari e che costano meno, quelli per intenderci delle curve, non diminuiscano. Il calcio è uno sport popolare e deve essere garantito a tutti i tifosi di poterlo vedere senza spendere cifre astronomiche”.
Bene, occorrerà dunque una vigilanza seria in sede di progetto, ma durante la realizzazione, la squadra del Perugia dovrebbe andare a giocare altrove per due o tre anni. Un bel problema per i tifosi…
“Dicono che potrebbe giocare o a Foligno o a Gubbio. È chiaro che occorrerà vigilare sui tempi di realizzazione del nuovo stadio e facilitare lo spostamento dei tifosi”.

Se si farà il nuovo Curi, il vecchio che fine farà?
“Credo che verrà smontato”.

La proposta di nuovo stadio ha creato un serio problema alla maggioranza di Romizi, un pezzo importante di questa ha espresso infatti dubbi e critiche?
“Non posso che accogliere con interesse e con piacere che un’importante componente della maggioranza abbia posizioni simili alle nostre. Per quello che ci riguarda, voglio ribadire che non siamo pregiudizialmente contrari al project, ma che, se non verranno rispettate le condizioni che ho elencato, voteremo fieramente contro” .