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di Porzia Corradi

Fatto il parlamento, fatto il governo, fatti i vice ministri e i sottosegretari. Ora il tempo è scaduto. La parola d’ordine che circola per corso Vannucci e nei palazzi della politica è una, e una sola: rimpasto. Il partito di Fratelli d’Italia, premiato con l’onorevole Emanuele Prisco sottosegretario all’Interno, torna alla carica e pretende, a ragione, rappresentatività nell’esecutivo guidato da Donatella Tesei. Che vale a dire un paio di assessori.
Ma chi entra e chi esce? La questione non è semplice perché la richiesta implica una redistribuzione delle deleghe con inevitabili veti e contro veti già sussurrati e fatti girare ad arte nella logica di parlare a nuora perché suocera intenda.
Allora, partiamo dal risultato delle elezioni politiche del 25 settembre scorso. Innegabile e indiscutibile la vittoria di Fratelli d’Italia anche in Umbria, come innegabile e indiscutibile il crollo dei consensi della Lega, Forza Italia in ripresa. Da questo quadro immediata la domanda di Fratelli d’Italia di equilibrare i rapporti di forza in giunta. E di fronte all’evidenza la governatrice, fortemente voluta da Salvini, ha dichiarato che il rimpasto si farà.
A ottobre, nell’attesa e a seguito di qualche provvidenziale intervento romano come un sottosegretariato all’assessore alla sanità Coletto.
Così il motivo sarebbe stato giustificato per procedere al rimpasto. Ma Coletto è rimasto a Perugia anche se si vocifera di un incarico nazionale in una qualche agenzia che si occupa di sanità. Si vedrà.
Una occasione sfumata per dare un senso politico al rimpasto è stata la mancata elezione del presidente del consiglio regionale Marco Squarta al Parlamento. Se così fosse stato, allora a catena il rimpasto e le riallocazioni sarebbero stati più semplici tra subingressi e poltrone varie, tipo l’assessore Fioroni al vertice di Sviluppumbria e l’attuale amministratrice Sciurpa in giunta o comunque in consiglio. Ma le cose sono andate diversamente.
E quindi? Quindi la presidente Tesei deve prendere atto di ciò e soprattutto prendere il coraggio per fare delle scelte perché il rimpasto è lì che attende…
Recentemente Fratelli d’Italia ha fatto sapere di non aver ricevuto alcuna offerta dalla governatrice e qualora arrivasse una proposta sarebbe il partito nazionale a decidere.
Da un punto di vista politico, il rimpasto ha tutto il suo fondamento per le ragioni dette prima, ma in fondo in fondo a Fratelli d’Italia conviene? Non è meglio restarsene in disparte e non immischiarsi nella gestione considerato anche che sono già passati tre anni di legislatura? Accettare di entrare in giunta per “sporcarsi le mani” magari con una delega come la sanità che di questi tempi non gode di grande apprezzamento? Alcuni esponenti di Fratelli d’Italia così s’interrogano. Se ci sarà il rimpasto, comunque, già parecchi nomi sono entrati nel frullatore: dall’avvocato Giuseppe Caforio. al professor Daniele Porena, all’ex assessore comunale di Assisi Moreno Fortini. Ma a frenare gli slanci dei meloniani umbri è proprio l’orizzonte temporale, il 2024 s’avvicina.
Comunque, a proposito di rimpasto, non resta che attendere. E saranno rose, come si suol dire, fioriranno.