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di Gabriella Mecucci

Elegante, eloquio forbito, buone letture: Calogero Alessi ha attraversato la prima e la seconda repubblica, conservando sempre un ruolo politico di rilievo, ma non cadendo mai nella piaggeria, o peggio, nella ricerca del potere per il potere. Era un uomo di convinzioni profonde che difendeva con forza e persino con ostinazione, ma mai con intolleranza. Aveva una rara capacità di ascolto: era uno di quei politici – di cui ormai si va perdendo lo stampo – che rispondevano ad argomento con argomento. Qualcuno può pensare che fosse un uomo d’altri tempi. Ma non è così: capiva bene invece i nostri tempi, anche se non apprezzava il volto approssimativo, insincero, e spesso anche sguaiato che aveva assunto la politica.
Democristiano in una città “rossa” come Gubbio, era molto ascoltato anche fra coloro che ideologicamente lo combattevano. Il Pci non faceva sconti a nessuno, ma non poteva non rispettare quel fanfaniano, cresciuto alla scuola di Vinicio Baldelli. difensore della libertà e della dottrina sociale della Chiesa. Alessi era un oppositore delle giunte di sinistra fermo e combattivo. Sempre capace e disponibile però a dare suggerimenti costruttivi in nome del bene comune. E di diventare non solo collaboratore ma anche estimatore e amico sincero dei suoi avversari: perché prima di tutto viene chi sei, la qualità umana che hai, la sincerità delle tue posizioni.
Gli eterni avversari diventarono poi alleati quando i comunisti smisero di essere comunisti. E, seppur fra lentezze, ripensamenti e contraddizioni iniziarono una lunga marcia critica del loro passato. Calogero Alessi si schierò prima col partito popolare di Martinazzoli e poi partecipò al periodo prodiano. Venne eletto per due legislature consigliere regionale e dette il meglio di sé – come esponente della Margherita – nel dibattito sulle istituzioni e sul loro funzionamento. Da Palazzo Cesaroni passò alla presidenza della Sviluppumbria. E nel 2007 partecipò alla nascita del Pd: ci credette davvero a quel “generoso tentativo”, come amava definirlo. Simpatizzò per Matteo Renzi, ma rimase nel partito democratico non senza avvertirne però e lucidamente tutte le mancanze e gli errori. Nell’ultima fase della sua vita scelse l’impegno culturale promuovendo incontri e ricerche su Federico secondo, l’Umbria, il francescanesimo.
Calogero Alessi era un uomo animato da una fede profonda. Sempre rispettoso degli altri, mai integralista, ma un cristiano vero, a tutto tondo. Si nutriva di una spiritualità profonda, mai ostentata. Forse questo è stato l’aspetto meno conosciuto, ma più affascinante della ricerca di tutta la vita.