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di Ludovica Cacciamani

È stato il Teatro degli Illuminati di Città di Castello ad alzare il sipario per la prima volta per “La signora del martedì” di Massimo Carlotto, con Giuliana De Sio, Alessandro Haber, Paolo Sassanelli, Riccardo Festa e Paolo Persi, andato in scena, in anteprima nazionale, sul palcoscenico tifernate per la regia di Pierpaolo Sepe. Uno spettacolo da tutto esaurito che ha visto tornare nel “Cuore Verde”, sempre nell’ambito della stagione del Teatro Stabile dell’Umbria, una straordinaria De Sio reduce dal successo dello scorso anno ottenuto con la commedia “Le signorine” – firmata da Gianni Clementi- quando era affiancata da Isa Danieli.
La De Sio stavolta interpreta la Signora del martedì, Alfonsina Malacrida, detta Nanà, una donna di mezza età dalle salde abitudini: ogni secondo giorno della settimana, da nove anni, tra le 15.00 e le 16.00, si concede un’ora d’amore a pagamento nella stanza numero 6 della Pensione Lisbona, vecchia struttura gestita da un travestito, Alfredo (Paolo Sassanelli), che ormai da tempo non vede più ospiti. La Signora del martedì è l’unica cliente di Bonamente Fanzago (Riccardo Festa), attore porno ormai al tramonto che spera di poter tornare a rivestire un ruolo da protagonista sotto i riflettori del cinema hard.
Ci si affeziona subito al trio Alfonsina – Alfredo – Bonamente e alla routine del martedì. La signora arriva, saluta, paga Alfredo e sale in camera dove ad attenderla c’è “Zag”. Non è, tuttavia, sul presente che lo spettacolo ingrana la marcia, sui pur esilaranti e coinvolgenti appuntamenti amorosi della settimana, quanto sul passato, il passato della Signora, quando era solo una bambina, quando era solo Nanà. Una giovane con un vissuto segnato da violenze, da debiti e sfruttamenti paterni e macchiato dal sangue di un tremendo omicidio, di cui si è presa la colpa senza averlo forse mai commesso davvero. E’ l’incontro con un avventore della pensione, a far cadere la maschera e a svelare l’identità di Alfonsina, la misteriosa e sfuggente Signora del martedì. Un incontro in apparenza casuale, ma in realtà attentamente pianificato da quello che si rivela essere il giornalista di cronaca Pietro Emilio Belli (Alessandro Haber). È lui che nel cercare di strappare la confessione della donna fa emergere il dolore vissuto da Alfonsina, ma, a sorpresa, anche il proprio: quello di un amore mai corrisposto per una ragazzina costretta a prostituirsi con i vecchi per ripagare i debiti di un padre disgraziato e violento: l’amore per Alfonsina Malacrida.
Una figura a tratti spietata ma anche patetica quella del Belli, scomoda pure per il signor Alfredo, il titolare della pensione, con un passato riemerso dal buio come quello di Nanà che vuole affossare per sempre. C’è solo un modo per farlo: uccidere il giornalista. Alfredo lo avvelena e poi fugge insieme a Bonamente. La lenta agonia del vecchio ha così una sola spettatrice, Alfonsina, che invece di gioire per la morte di un uomo complice nell’averle rovinato la vita, prega affinché egli sopravviva. Nanà sa che altrimenti sarà ancora una volta lei a pagare colpe altrui, crimini non commessi. Ma sa anche che per lei ogni possibilità di riscattarsi dal passato è preclusa. Cosa fare? Accettare il destino. Chiudere gli occhi e pensare a tempi felici. Una musica di cara e materna memoria, un tango, diventa sempre più forte e consola ciò che resta della Signora del martedì. Nanà balla (con Paolo Persi) e il mondo tutto intorno scompare. La musica, sì, solo la musica di un passato ancora non intaccato dal male può essere rifugio, porto sicuro in cui trovare consolazione per tutte le ingiustizie della vita.
Lo spettacolo, prodotto da Gli Ipocriti Melina Balsamo srl, Goldenart Production e Teatro della Toscana, incassa gli applausi del pubblico tifernate. Dopo Città di Castello, “La Signora del martedì” andrà in scena nei teatri di tutta Italia a cominciare dal Toniolo di Mestre (20-22 gennaio).