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di Walter Patalocco

La coalizione di centrosinistra? Il campo largo? Un’Alleanza che avrebbe dovuto comprendere tutte le forze di opposizione in consiglio comunale, prime fra tutte il Pd ed il Movimento Cinquestelle. Un matrimonio, quest’ultimo, che mai avrebbe potuto aver luogo. Per sposarsi bisogna essere in due: Pd e Movimento si sono guardati negli occhi, anche a lungo. Occhi dolci da parte del Pd, ma con qualche lampo. Sfuggente e a tratti prepotente lo sguardo dell’M5S, nei panni di un sicuro tombeur de femmes.
Se non va, non va. Perché il M5S di Terni è stato fin dall’inizio orientato a misurare i muscoli con tutti. Impossibile superare, in una situazione del genere, la posizione di veto incrociato tra Azione ItaliaViva e penta stellati. La coalizione di destra si sfilaccia? La possibilità di una vittoria delle attuali opposizioni diventa possibile? Non importa. A’ la guerre…
In politica mai dire dire mai, qualche spiraglio c’è sempre, L’arte dell’impossibile ha sempre in serbo qualche colpo, ma stavolta dev’essere una botta proprio grossa.
Il Movimento ha forzato la mano ed ha presentato ufficialmente il proprio progetto per il futuro di Terni: no al dissesto della sanità, no alla destinazione del sud dell’Umbria come cloaca massima, politiche ambientali, la sicurezza. Si fosse fermato al programma non sarebbe accaduto niente di irrimediabile per un futuro rapporto col Pd. Che si era anch’esso presentato – ma agli incontri con le altre forze politiche – con un progetto molto simile e comunque dichiarato “aperto” a sviluppi, contributi, proposte. Anche il Pd respinge decisamente il piano sanitario regionale; anche il Pd chiede pari dignità per Umbria del Nord e del Sud; anche il Pd chiede politiche sociali, ambientali e sicurezza. Ma il fatto è che il M5S è andato oltre ed ha forzato la mano annunciando che il suo candidato sindaco è Claudio Fiorelli. Se il Pd volesse potrebbe anche accodarsi. Ma dal Pd la risposta non può essere diversa da quella annunciata dal suo segretario Pierluigi Spinelli: “Umiltà nel confronto va bene, ma umiliazione no!”. Perché il Pd resta sempre il Pd, ossia tra le forze di opposizione la più consistente, strutturata, amata-odiata ma in ripresa grazie alle fatiche di una dirigenza profondamente nuova, che di questo è convinta.
Il Pd ternano, comunque, non presenterà un candidato “di lista”. Accoglie le proposte di ambienti cittadini di peso che indicano il candidato sindaco di Terni per chi ora sta all’opposizione in José Maria Kenny, Professore Ordinario di Scienza e Tecnologia dei Materiali e Direttore del Centro di Scienza e Tecnologia dei Materiali dell’Università di Perugia in Italia, Direttore del Centro Europeo per i Polimeri Nanostrutturati con sede a Firenze (Italia) e sedi operative in Italia (Terni, Alessandria), Francia (Lione) e Spagna (Madrid), ecc. ecc. Un curriculum da scienziato secondo qualcuno con il neo: l’esperienza di consigliere comunale a Terni dal 1997 al 1999, nei Ds.
Kenny, quindi, il candidato che sarà sostenuto dal Pd, e da parte della sinistra “classica”, ad eccezione dei reduci di Rifondazione e dei Comunisti italiani riscopertisi movimentisti nonostante l’artrosi e quindi in lizza con una lista di appoggio a Fiorelli.
Gli incontri continuano, comunque: c’è da chiarirsi con il cosiddetto terzo polo (Azione,Italia Viva) più i civici di Cittadini Liberi: in qualche caso hanno fatto balenare nomi di candidati in proprio: da Santino Rizzo (medico) a Luca Diotallevi, presidente dell’Azione Cattolica, nome che “balena” da ormai un trentina di anni, ma è sempre una “balenata” e via. Un po’ di incertezza resta, ma la questione sembra chiarita dopo il pronunciamento del Pd.
Dove invece la confusione resta è nella coalizione di centrodestra. Virginio Caparvi, forse prendendo a modello il M5S, ha compiuto la propria forzatura e, da segretario, ha annunciato che è Leonardo Latini il candidato della Lega. I Fratelli d’Italia hanno risposto con una tirata di orecchie: il candidato della coalizione non lo sceglie un partito da solo e poi c’è da tener conto che gli equilibri nel centro destra sono cambiati a sfavore della Lega.
Lega, si fa presto a dire Lega. A Terni c’è davvero chi può parlare in nome della Lega? Nell’ufficio nel centro cittadino c’è la sedia di un coordinatore, ma forse ha perso le chiavi. Lo scontento serpeggia tra i consiglieri comunali: in parecchi Latini lo vedono peggio del fumo negli occhi. Sostengono che in troppi sono stati la lui maltrattati ed umiliati. Ed in effetti in questi anni ci sono stati abbandoni di consiglieri “eccellenti”, altri promossi assessori e giubilati nel giro di un mese. Tante aspirazioni, in sostanza, sono state sbertucciate da Leonardo Latini. Il quale ha ora davanti anche un grosso problema amministrativo: c’è da approvare il bilancio, faccenduola che se non eseguita nei tempi fissati per legge contribuirebbe a pesare sulle tasse e tariffe corrisposte dai cittadini e la nomina di un commissario ad acta. La scadenza è fissata al 31 marzo, ma ancora niente si muove, a meno che non ci sia un intervento “eroico” dell’assessore Orlando Masselli a raddrizzare la barca. Guarda un po’: proprio Masselli, colui che per i Fratelli d’Italia sarebbe il candidato giusto da porre al posto di Latini.